Al Caffè della Versiliana si parla di Ue. De Romanis: “Brexit non è colpa dell’austerità”

11 luglio 2016 | 11:23
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Al Caffè della Versiliana si parla di Ue. De Romanis: “Brexit non è colpa dell’austerità”

“La responsabilità della Brexit non è della politica di austerità della Ue. Io credo che si sia trattato di un azzardo di Cameron che voleva risolvere i problemi interni al suo partito”. Lo ha detto l’economista Veronica De Romanis al Caffè della Versiliana. E’ intervenuto inoltre Armando Siri, responsabile economico Lega Nord: “E’ normale che poi i popoli cerchino di riprendere in mano il proprio paese perché con l’Unione Europea – ha spiegato – abbiamo ceduto la sovranità a un organismo sovranazionale. L’Unione doveva essere la prosecuzione di uno spazio economico di circolazione libera di merci, mentre è diventata un’entità assolutamente invadente in ogni ambito della nostra vita. La cessione di sovranità non si è mai tradotta in opportunità. Io sono favorevole al ripristino del vecchio concetto di Europa: bisogna ragionare e rivedere totalmente l’assetto europeo”.

Giuseppe Di Taranto, Professore di Storia dell’Economia e dell’Impresa della Luiss, ha evidenziato come lo spread abbia agevolato moltissimo la Germania: “Dal 2010 al 2012 – ha evidenziato – la Germania ha guadagnato 40 miliardi sullo spread, ha speculato sullo spread. Se le regole servono solo per agevolare alcuni Paesi vanno cambiate ma la Merkel questo non lo vuole, come si evince dalle sue ultime dichiarazioni”. L’economista De Romanis è intervenuta nuovamente nel corso del dibattito: “Non bisogna addossare le responsabilità dei governi nazionali all’Europa. Le dinamiche del lavoro sono dinamiche nazionali: se non c’è lavoro non è colpa della Ue ma dei governi. L’Europa ha anche dato finanziamenti importanti agli Stati per incrementare il lavoro, soprattutto quello giovanile ma la nostra classe dirigente li ha usati per fare altro. Ricordiamoci sempre – ha concluso – che la Grecia, l’Irlanda, il Portogallo e Cipro sono stati salvati con i soldi dei contribuenti europei. Questa è la solidarietà europea”.