M5S Viareggio: “Rossi si schieri con la giustizia, non con la politica”

5 agosto 2016 | 15:28
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M5S Viareggio: “Rossi si schieri con la giustizia, non con la politica”

Il M5S Viareggio dedica oggi (5 agosto) una nota alla vicenda che ha visto coinvolto l’assessore comunale Pesci. “I capi di imputazione per i quali Pesci è giunto a patteggiamento sono gravi – si legge – e lo vedono accusato, in veste di presidente di Comunica (società partecipata al 50 per cento da Anci), insieme ad un altro amministratore della srl, oltre che di bancarotta semplice e fraudolenta, di falsificazione di scritture contabili per occultare la perdita di gestione procurando così l’ingiusto profitto della protrazione della gestione societaria in danno dei creditori, e di ricorso abusivo al credito. Per l’accusa gli imputati hanno registrato false fatture e omesso di riscuotere crediti dovuti da Anci tra cui quello relativo al rimborso per le maggiori spese sostenute per l’evento Dire e Fare del 2010”. “Del Ghingaro – commentano i cinque stelle – ha comunque responsabilità gravi, in ogni caso: nel caso avesse saputo dei carichi pendenti e fosse andato dritto nella nomina, ma anche se non lo avesse saputo perché doveva assicurarsi del profilo di chi stava mettendo in giunta pretendendo onestà e trasparenza. Se non sapeva ha dunque sulle spalle la colpa di averlo schierato a scatola chiusa privilegiando criteri che a noi Cinque Stelle sfuggono, intravedendo competenze e doti di cui abbiamo sempre ignorato l’esistenza (addirittura siamo andati a pescarlo a Fiesole) invece che fare scelte sulla base di valori imprescindibili per chi va a maneggiare denaro pubblico e deve essere al di sopra di ogni sospetto”.

Poi i pentastellati contestano anche le ultime scelte del governatore della Toscana, Enrico Rossi, sul ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar: “Com’è possibile – prosegue la nota – che il presidente della Regione, che rappresenta tutti i toscani, si schieri dalla parte della politica invece che della giustizia mettendo in campo l’avvocatura regionale, pagata con soldi pubblici di tutti i cittadini, schierandosi apertamente contro una sentenza del Tar Toscana che ha annullato le elezioni previo accertamento di gravi irregolarità con tanto di sparizione di ben 675 schede, premendo per rimettere in sella l’ex sindaco, novello figliol prodigo in cammino sulla via di casa? Ce lo chiediamo sbalorditi perché con la stessa energia Rossi non si è battuto per far luce sulle cause, sui responsabili del dissesto, non ha fatto sentire la sua voce, non ha messo in campo il suo potere, anche in riferimento alle criticità riscontrate più volte dagli organi di controllo, e palesate pure dalla sezione regionale della Corte dei Conti, dal Mef che parlavano di gravi irregolarità e anomalie riscontrabili in ogni settore dell’amministrazione, di situazioni in palese conflitto con leggi e normative. Perché non si è puntato con la stessa veemenza nei confronti della strage di Viareggio, affinché venisse appurato cosa successe quella notte, affinché si aprisse una commissione di inchiesta, emergessero finalmente le responsabilità di chi sta ai piani alti e tenta ogni giorno di allungare i tempi, andando dritto in corsa verso il traguardo della prescrizione; in questa impresa titanica dove Davide e Golia si fronteggiano ad armi impari, dove anche lo Stato si è defilato, lasciando da sole famiglie dissanguate oltre che dalla disperazione, dai costi dei tribunali, impegnate a tenere testa agli avvocati di grido, pagati da super manager, lobby e corporazioni, tanto da dover mettere in secondo piano il dolore rispetto alla rabbia. Lì non se l’è sentita di offrire il suo aiuto. Umanamente ma forse non politicamente ineccepibile”.