
Una performance live per la notte delle stelle cadenti. E’ quella di Elisabetta Rogai che inaugura la sua personale alla Art Dinasty Gallery di Forte dei Marmi propio il 10 agosto.
Nella notte delle stelle cadenti, la notte di San Lorenzo, ci sarà una grande sorpresa per una inedita e inaspettata performance live davanti ad un pubblico attento, sorpreso, gente che viene da un mondo di una cultura diversa che non ha mai visto il capolavoro del vino che si trasforma in arte, il prodotto della terra che la Rogai esalta, scopre e usa, gestendolo in maniera diversa, competente, unica.
E si apre uno spaccato d’arte, quella di Elisabetta Rogai nelle sue eclettiche composizioni, dipinti a olio e su jeans, opere fatte usando il vino, con la tecnica Enoarte, la sensualità dei suoi foulard/pashmina e dei caftani ricavati dalla stampa dei suoi dipinti con il vino, e poi i vini toscani, il rosso e il Brunello di Corte dei Venti di Clara Monaci, il magnifico rosso Nemo e lo Chardonnay del Castello di Monsanto della Famiglia Bianchi, il fresco rosè di Villa Pillo, il Pietraserena di San Gimignano, i pecorini toscani al vino di Forme d’Arte di Paolo Piacenti, le focaccine stuzzicanti di Nome, produzioni artigianali toscane che accolgono gli ospiti in una location affascinante, dove in realtà il primo attore diventa il vino, per una architettura musicale, armoniosa, dove l’arte della Rogai, artista che sa ascoltare il tempo e la natura, dotata di uno spirito libero e colorato, piena di fantasia e magia, si sposa con il gusto e le tonalità del vino, dando colore alla tela, dandole un anima, svelando talento ed estro, passione e curiosità di conoscere mondi nuovi, come nuove tecniche, materiali insoliti, l’arte prestata al fashion, al food, al vino… una musica lontana, la calda voce di Barbara Vignali, le stelle cadenti, una serata che solo la Versilia può regalare, una bella sera d’estate.
Le sue opere sono create con la tecnica di Enoarte, una personalissima invenzione dell’artista, unica in Italia, che consiste nel dipingere usando il vino come colore. Dopo anni di studio e molti tentativi, attraverso l’aiuto del professor Roberto Bianchini (docente di chimica organica dell’università degli studi di Firenze) Elisabetta Rogai è riuscita a capire come “fissare” il vino sulla tela, un procedimento particolare che dona al quadro una vita vera e propria. Ciò che rende queste opere d’arte davvero particolari è il fatto che dopo un primo tratteggio della bozza del disegno fatta con la fusaggine di vite – carboncino – l’artista nella loro realizzazione usa solo ed esclusivamente vino rosso (e bianco per le sfumature) senza aggiungervi altri componenti. Un fissaggio naturale impedisce poi al vino di invecchiare oltre un certo limite, stabilito da Elisabetta: in questo modo i colori restano sempre luminosi, senza sbiadire troppo, la realtà che cambia a seconda del punto di osservazione dell’artista, ma rimane sempre arte pura.