
Il ricordo della strage di S.Anna di Stazzema, così come quello di tutte le altre stragi nazifasciste compiute nel secondo conflitto mondiale, continua e dovrà continuare ad essere conservato con l’emozione profonda e condivisa che è stata vissuta ancora una volta stamani, davanti alla chiesa dove caddero a decine insieme a padre Innocenzo Lazzeri, che tentò di trattare con i carnefici.
In questa 72ma giornata di celebrazione a S. Anna si sono ancora una volta ritrovati tantissimi Comuni martiri, dalla Toscana, dall’Emilia Romagna, dal Piemonte e dalla Lombardia: Marzabotto, ma anche Fucecchio, segnato dalla strage del Padule. I gonfaloni del Comune e della Regione si sono stretti a Enrico Pieri, presidente dell’associazione Martiri di S. Anna, che serba la memoria di tutte le 560 vittime, adulti e bambini, tra cui è impossibile dimenticare la piccola Anna Pardini di appena venti giorni.
Un’emozione che stamani si è unita, al grido di Mai più S.Anne!, al ricordo delle vittime più recenti del terrorismo in un mondo che non vuol trovare pace, ma continua ad abbandonarsi all’odio e all’integralismo più feroce. E’ quanto ha sottolineato la console italiana a Nizza Serena Lippi, invitata a portare la sua diretta testimonianza sulla strage dello scorso 14 luglio, sulla Promenade des Anglais, insieme alla consigliera della locale Municipalità Madame Navalesi. Voglia di unione solidale in Europa e nel mondo contro la violenza: un sentimento che hanno espresso anche il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e in rappresentanza del governo il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri.
Per la giunta regionale, la vicepresidente Monica Barni – accompagnando la corona di fiori portata all’ossario delle vittime – ha ricordato l’impegno sempre attento della Toscana a mantenere viva la memoria e, insieme, la necessità di contrastare chi cerca di cambiare la storia, come dimostra la vicenda del mausoleo al generale Graziani ad Affile, in provincia di Roma, di cui la Regione Toscana ha chiesto ufficialmente la rimozione affiancando l’azione avviata dai Comuni di Stazzema e Marzabotto.
“L’estate del ’44 fu la stagione delle stragi nazifasciste in Toscana. Le stragi furono più di 280, i comuni interessati 83, i morti tra i civili furono circa 4.500 a cui devono essere aggiunte diverse migliaia di morti tra i partigiani”. Lo ha ricordato la vicepresidente della Regione Monica Barni, nel suo intervento commemorativo in occasione del 72mo anniversario dell’eccidio di S.Anna di Stazzema, in cui morirono 560 persone, tra adulti e bambini.
“Oggi – ha aggiunto Barni – siamo davanti a questa comunità che porta i segni indelebili di quel 12 agosto 1944, quando, alle prime luci dell’alba, le colonne di SS provenienti da Mulina, Monte Ornato, Farnocchia e Valdicastello circondarono la vallata, divenuta terra di rifugio per centinaia di persone sfollate da tutta la Versilia e dalla costa toscana e ligure. Una popolazione inerme, su cui si scatenò una ferocia che è difficile pensare possibile negli esseri umani; una popolazione braccata, borgata per borgata, casa per casa, rinchiusa nelle stalle, radunata nelle aie, nelle piazze per essere trucidata; una strage senza fine, alla quale nessuno doveva scampare: nella criminale ferocia, programmata ed attuata con meticolosità dai nazisti, nessuna vita doveva essere salvata”.
“A compiere il massacro – ha sottolineato la vicepresidente della Regione – furono gli uomini della 16ma divisione Ss, ma gravissime furono le responsabilità dei fascisti che guidarono i nazisti lungo i sentieri della vallata, che solo persone pratiche dei luoghi potevano conoscere con tanta sicurezza. Un copione di sangue che si è ripetuto negli eccidi di Vinca e Bergiola, che videro i militi della Brigata Nera Apuana trucidare vecchi, donne e bambini. Con la partecipazione attiva alle stragi dell’estate 1944, i fascisti scrissero un’altra pagina infame della loro collaborazione con l’occupante nazista, dopo essersi già macchiati di gravissime colpe, dalla fucilazione di patrioti alla cattura di ebrei, dalle torture inflitte ai partigiani caduti nelle loro mani, alle violenze ed ai soprusi di ogni genere commessi ai danni delle popolazioni”.
“Dalla lotta al fascismo, dalla guerra di Liberazione è nata la democrazia nel nostro paese, e le istituzioni repubblicane devono esercitare la memoria, ricordare le loro radici, non perderle di vista” ha concluso Monica Barni. “Per questo la Toscana ha dato pieno sostegno e condivisione all’appello per la rimozione del mausoleo dedicato al maresciallo Rodolfo Graziani promosso dal Comitato provinciale Anpi di Pisa, e si è appellata al Presidente della Repubblica, supremo garante della Costituzione fondata sui valori dell’antifascismo e della Resistenza, affinché siano adottati i provvedimenti contro un’offesa permanente alla coscienza democratica del popolo italiano, e nei confronti di Governo e Parlamento, affinché intraprendano iniziative normative che impediscano di intestare monumenti, sacrari o pubbliche vie e piazze a personalità condannate per gravi reati contro lo Stato ed implicate in crimini perpetrati durante il periodo fascista”.