Giannelli allo spazio bambini della Versiliana

27 agosto 2016 | 07:03
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Giannelli allo spazio bambini della Versiliana

Ancora un grande artista domani pomeriggio (28 agosto) allo spazio bambini del Festival della Versiliana nell’ambito del progetto Arte, Materia, Riciclo. Emanuele Giannelli, artista che possiede un’attitudine alla dimensione classica della scultura, ma con un approccio totalmente imperniato dal contemporaneo, spiegherà ai bambini come nascono le sue opere, la scelta dei materiali e come a volte anche da materiali di riciclo si possano creare veri e propri capolavori.

Giannelli vive da lungo tempo in Versilia, benché la sua Roma rimanga una costante interiore, un luogo lasciato ma mai abbandonato. Tra pinete marittime e montagne apuane è cresciuto il regno artigianale della grande scultura: ed è qui che il nostro artista sperimenta materiali e tecniche con indomita curiosità e sapienza manuale. I dati lo confermano, sta tornando interesse sui temi della scultura anatomica, forse il linguaggio destinato alla maggior crescita nei prossimi vent’anni. Giannelli persegue l’anatomia mutante dai tempi dell’Accademia, incosciente ma anche libero rispetto agli andamenti linguistici internazionali. Lui persegue un’ossessione, come accade quando un artista dimostra veggenza e gestione del talento. Va avanti per cicli che, volta per volta, aggiungono un tassello al suo codice ipergenetico della scultura. Affronta il mondo attraverso la duttile elasticità del corpo umano, attraverso il gesto semantico, attraverso dilatazioni e compressioni muscolari. Plasma archetipi che mescolano citazioni e somiglianze, atmosfere filmiche e pressione letteraria. Senti che quei corpi potrebbero essere il nostro futuro o il passato di popolazioni aliene: umano troppo umano, ma anche alieno quasi umano e viceversa. Possibile e plausibile avvolgono i cicli esposti a Palazzo Collicola Arti Visive: una visione a ritroso che parte dai lavori del 2015 e vola indietro ai pezzi babelici, inserendo opere a elevata drammaturgia, ora singole ora moltiplicate per gruppi scultorei… un lungo racconto sui destini segnati ma anche immaginati dell’umanità silente, diviso per fermate emozionanti e sensoriali, con le stanze che diventano quinte di un teatro vivente e stranamente immobile, bloccato nell’istante in cui Giannelli ha stoppato il suo sguardo, cogliendo l’attimo ideale, il momento d’equilibrio raggiunto.