Marmo: flessione dell’export nei primi sei mesi del 2016

Flessione delle esportazioni per il nostro marmo che da secoli ci rende famosi nel mondo, i valori Istat parlano chiaro: nei primi sei mesi del 2016 il settore lapideo italiano infatti ha esportato 1.862.757 tonnellate di pietra naturale del valore complessivo di 970.313.177 euro, registrando una flessione dell’8,5 per cento in quantità e del 3,27 per cento in valore.
Questi i dati sul commercio internazionale dei materiali lapidei italiani appena rilasciati dall’ufficio studi di Internazionale marmi e macchine. In netto calo l’export di blocchi e lastre di marmo: si riducono sia le quantità (-24,66 per cento) che i valori (-21,78 per cento) per un totale, nel primo semestre dell’anno, di 511 mila tonnellate del valore di 137 milioni di euro. Sempre con riferimento al marmo, calano del 6,57 per cento anche i quantitativi esportati di lavorati, ma continua ad aumentare il valore dell’export per questa tipologia di prodotto a maggior valore aggiunto a dimostrazione del forte apprezzamento che vanta sui mercati internazionali il lavorato made in Italy. Nei primi sei mesi del 2016, si registra, infatti un export di lavorati in marmo del valore di 498,8 milioni di euro (+1,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2015). Inarrestabile la flessione dell’export del granito grezzo e frena anche l’export del lavorato. Nel primo semestre il settore lapideo italiano ha esportato 264mila tonnellate di lavorati in granito, per un valore di 264,6 milioni di euro, registrando un calo del 3 per cento nelle quantità e del 1,8 per cento nei valori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I risultati non entusiasmanti del primo semestre erano prevedibili, considerato il rallentamento delle importazioni da parte dei paesi arabi, a seguito della flessione del prezzo del petrolio.
Le esportazioni di materiali lapidei verso il medio-oriente hanno subito una riduzione dell’ 1,5 per cento in quantità e dell’8,7 per cento in valore nel I semestre 2016. L’export italiano verso l’Arabia Saudita, ad esempio, si è ridotto del 31 per cento sia in quantità che in valore. In Kuwait, il calo è stato dell’11 per cento in quantità e del 15 per cento in valore e negli Eau, a fronte di un aumento del 2 per cento nella quantità, si è avuto un calo nei valori del 9 per cento.
L’export italiano verso il Qatar, invece, registra un aumento del 38 per cento in quantità e del 19,5 per cento in valore, arrivando nei primi sei mesi dell’anno a un quantitativo di oltre 20 mila tonnellate del valore di 14,6 milioni di euro. L’aumento della domanda di materiali lapidei da parte del Qatar è in parte dovuta al forte aumento degli investimenti nel settore delle infrastrutture e edile in vista dei mondiali di calcio del 2022. In forte calo anche le esportazioni verso l’area estremo-orientale, in particolare è l’India a far registrare la variazione più significativa. L’export italiano di pietra naturale verso questo paese si è ridotto del 58 per cento in quantità e del 52 per cento in valore; passando da 222mila tonnellate nei primi 6 mesi 2015, alle 93mila tonnellate di oggi e dal valore di 53,4 milioni di euro, a 25,4 milioni del primo semestre 2016. Secondo alcuni operatori il crollo della rupia ha ridotto il potere d’acquisto indiano da sempre rivolto a marmi di alto pregio come lo Statuario e il Calacatta. La domanda indiana si rivolge oggi, sempre più spesso, a marmi bianchi ordinari e questo ci mette in competizione sul prezzo con paesi come la Turchia. Per rimanere competitivi, diventa quindi sempre più stringente adottare strategie di marketing che valorizzino tutti i nostri “bianchi” certificandone la qualità e la provenienza.
“Imm ha inserito l’India nelle proposte di missioni estere proprio con il fine di controbilanciare la tendenza di cui sopra e permettere alle aziende del territorio di sviluppare una strategia di marketing mirata che accresca il “brand awarness” – dichiara il presidente di Imm Fabio Felici.
Aumentano invece le vendite verso i mercati Ue. Nei primi sei mesi del 2016 il settore lapideo italiano ha esportato nella zona euro 315mila tonnellate di materiali lapidei, per quasi la totalità lavorati, del valore di 256,3 milioni di euro, registrando una crescita dell’1,1 per cento nelle quantità e del 5 per cento nei valori. In particolare risultano in forte aumento le esportazioni verso il Regno Unito che registrano un +51 per cento in quantità e un +9 per cento in valore. Il dato ovviamente potrebbe essere completamente ridimensionato, o addirittura ribaltato, nel secondo semestre visto che il Regno Unito che ricopre, per l’export italiano di pietra ornamentale, l’ottava posizione tra i mercati di sbocco, a giugno 2016 ha sancito attraverso un referendum l’uscita del paese (Brexit) dall’Unione Europea (Ue). Il Regno Unito è anche uno dei primi paesi di sbocco per l’export della pietra Made In Italy ad alto valore aggiunto, basti pensare che nel 2015 il valore medio unitario dell’export italiano diretto verso il mercato Uk è di 1.743 euro per tonnellata. La tendenza della domanda inglese a preferire prodotti ad alto valore aggiunto, o “di lusso”, della pietra Made in Italy è testimoniata dalla correlazione positiva tra l’andamento dell’export italiano verso questo mercato e il Pil procapite inglese. Da ciò consegue che un aumento della ricchezza procapite inglese mediamente incrementa più che proporzionalmente la domanda di pietra naturale Made in Italy così come una sua riduzione la riduce sensibilmente. Con queste premesse e considerando che complessivamente l’addio all’Ue dovrebbe costare a Londra, nel prossimo triennio, 2,5 punti di Pil rispetto alle previsioni di maggio della Bank of England (Boe), ci possiamo aspettare un impatto della Brexit sull’export italiano di materiali lapidei verso questo paese particolarmente negativo e ulteriormente amplificato dalla svalutazione della sterlina che ridurrà il potere d’acquisto inglese sul fronte dell’importazione.
Le importazioni. Attualmente le importazioni italiane di pietra ammontano a quasi 680 mila tonnellate per un valore di quasi 200 milioni di euro, registrando una riduzione dei quantitativi del 9,6 per cento ma un aumento dei valori del 2 per cento rispetto ai primi sei mesi 2015. Tale aumento del valore dell’import è da imputare in particolare agli acquisti di pietra lavorata che registrano un incremento dei valori del 7 per cento per i marmi e dell’ 11 per cento per i graniti per un valore complessivo di 53,4 milioni di euro.