Camaiore e Massarosa scrivono a Gaia: “Indennizi a chi è penalizzato dal servizio”

23 settembre 2016 | 11:15
Share0
Camaiore e Massarosa scrivono a Gaia: “Indennizi a chi è penalizzato dal servizio”

Questione Gaia, Damasco Rosi, vicesindaco del Comune di Massarosa e Simone Leo, assessore al governo del territorio e gestione delle partecipate del Comune di Camaiore scivono all’azienda per mantenere fede alla carta di qualità dei servizi.

“Come voi ben sapete – dicono gli assessori – su iniziativa del Comune di Massarosa, che per primo ha sollevato il problema nella conferenza territoriale numero 1, e su iniziativa del Comune di Camaiore, che ha anche la responsabilità di rappresentare (con Viareggio) la Versilia nell’assemblea dell’Autorità idrica toscana, è stato chiesto e ottenuto, attraverso un apposito emendamento, che, nella cosiddetta carta dei servizi, fosse inserito l’obbligo alla qualità del servizio. In particolare, oggi, nella carta, si legge che “è obbligo del gestore erogare a tutti gli utenti un servizio di qualità continuo, regolare e senza interruzioni”. È evidente che Gaia Spa non può sottrarsi all’adempimento del suddetto obbligo. Sappiamo che l’azienda lo sa e siamo ben consci del fatto che la stessa si è impegnata, attraverso i necessari investimenti, alcuni già in atto, a risolvere in radice le cause che portano al fenomeno della cosiddetta acqua marrone o ad altri fenomeni che incidono negativamente sulla qualità della risorsa. Il punto, però, è che, in attesa della risoluzione in radice della cause che determinano i detti disservizi, l’applicazione della suddetta disposizione impone, a nostro giudizio, al gestore di riconoscere, medio tempore, ai cittadini danneggiati una forma di indennizzo economico”.
“Infatti è evidente – proseguono gli assessori – che non si può pretendere che questi cittadini paghino la stessa tariffa di altri. Conosciamo l’obiezione di Gaia che, non lo vogliamo sottovalutare, ha una sua ragion d’essere. La difficoltà nell’applicare il suddetto principio nasce, infatti, dalla inesistenza di parametri precisi di valutazione della qualità dell’acqua, diversi dalla potabilità, a cui fare riferimento. Resta il fatto che ci sono casi, come quelli segnalati anche dagli organi di stampa in questi giorni, dove l’assenza di qualità del servizio è manifesta ed inequivocabile e, di conseguenza, anche per evitare contenziosi, si rende necessario che l’azienda riconosca, attraverso una riduzione tariffaria, il disagio che subiscono gli utenti danneggiati da tale disservizio. D’altra parte, nella cosiddetta carta dei servizi, si parla anche di uguaglianza laddove “l’erogazione del servizio idrico integrato si basa sul principio di eguaglianza dei diritti degli utenti… Deve essere garantita la parità di trattamento degli utenti, a parità di condizioni impiantistico-funzionali, nell’ambito di tutto il territorio di competenza”. L’applicazione del suddetto principio impone due scelte: che si lavori a ristabilire le condizioni dell’uguaglianza, eliminando in radice le cause dei disservizi; che, medio tempore, finché perdura l’inuguaglianza, si trattino in modo diverso situazioni diverse. È evidente che non è giusto e neppure accettabile che i cittadini che vedono sgorgare dai rubinetti acqua marrone paghino le stesse tariffe di chi, invece, ha la possibilità di utilizzare e bere un’acqua di buona qualità. Ci rendiamo ovviamente disponibili a ragionare e discutere di questo tema per trovare le soluzioni più adeguate”.