Pietrasanta, 40 migranti ospiti della Curia. Pd: “Il sindaco si arrenda”

“Accogliamo con piacere la notizia dell’intesa fra Prefettura e curia per ospitare una quarantina di migranti a Pietrasanta: un bel gesto che si inserisce nel solco dei ripetuti appelli di Papa Francesco e che servirà a distribuire i migranti in piccoli gruppi sul territorio, in modo tale che l’accoglienza non ricada sulle spalle di una singola comunità”. E’ il commento di Antonio Orsucci, segretario comunale del Pd di Pietrasanta alla soluzione di una querelle sorta con il Comune, che ha rifiutato di accogliere i migranti.
“Purtroppo, da buon paladino dei valori cristiani a giorni alterni, il sindaco, che prima doveva occuparsi dei propri concittadini bisognosi – attacca Orsucci -, adesso si lamenta perché, a suo dire, le strutture messe a disposizione dalle parrocchie dovevano prima accogliere i pietrasantini senza casa. Insomma, proprio non gli va di fare nulla e non gli sta bene neppure quando altri si accollano il peso di quelle che dovrebbero essere le sue responsabilità. Il sindaco e la maggioranza di centrodestra dovrebbero prendere coscienza del fatto che quella che stiamo affrontando non è più un’emergenza temporanea, ma, purtroppo, una crisi ordinaria con cui dobbiamo imparare a fare i conti e fronteggiare con spirito di unità nazionale, solidarietà, collaborazione fra tutte le amministrazioni comunali, Regione e Governo. Inoltre aiutare e accogliere i migranti non significa togliere risorse a chi già risiede a Pietrasanta e ha bisogno di aiuto e sostegno, semplicemente perché quelle a favore degli uni e degli altri sono ben distinte. Alla nostra città non viene chiesto né più né meno che agli altri Comuni italiani: se non affrontiamo oggi il problema, provando se non a risolverlo, quantomeno a ben gestirlo, si corre il serio rischio di contribuire a ingigantire la questione ed esserne schiacciati nel prossimo futuro. Al 25 luglio scorso, risulta che su circa 8000 Comuni, solo 2026 (non 500, come affermato da qualcuno qualche giorno fa) si siano visti attribuire migranti dal Viminale, e di questi, 1170 sono oltre la soglia delle 2,5 persone ogni mille abitanti: è la prova che tutti dobbiamo fare di più. Partendo da questi dati, riteniamo che vi sia un numero più che sufficiente di modelli di accoglienza e integrazione da cui prendere esempio e imitare. Suggeriamo all’amministrazione di provvedere rapidamente al censimento degli immobili sfitti e degli edifici pubblici in disuso e facilmente convertibili presenti su tutto il territorio: ciò potrebbe servire a dotare la nostra città di luoghi strategici atti ad affrontare sia emergenze di breve termine, come l’attuale, sia crisi di medio lungo periodo, per esempio terremoti, che potrebbero anche interessare il nostro territorio; o ancora per far fronte proprio all’emergenza casa. Una volta arrivati i profughi, al fine di un migliore ambientamento sarà necessario mettere in atto tutta la nostra capacità di dialogo e confronto, attivarsi per insegnare loro la nostra lingua e coinvolgere associazioni e sindacati per non lasciarli inattivi ed impiegarli in servizi di pubblica utilità, di cui il territorio ha senza alcun dubbio bisogno. Ciò che non si conosce fa sempre paura. E proprio per conoscere con chi avremo a che fare, riteniamo interessante proporre la realizzazione di brevi filmati di intervista ai migranti che la nostra città si appresta ad ospitare, in cui ciascuno di essi racconti la sua storia, la sua provenienza, da cosa fuggono e perché, cosa cercano e dove vogliono andare. È una proposta modesta, ma concreta per provare ad abbattere i pregiudizi di chi associa la parola migrante a delinquente o terrorista”.