Del Ghingaro: “Teatro Jenco, i soldi erano stanziati ma nessuno fa partire i lavori”

12 ottobre 2016 | 07:23
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Del Ghingaro: “Teatro Jenco, i soldi erano stanziati ma nessuno fa partire i lavori”

“La storia della mancata riapertura del teatro Jenco è la dimostrazione concreta della differenza che esiste tra un sindaco e un commissario”. A sostenerlo è l’ex sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro che ripercorre la vicenda che ha portato alla chiusura del teatro e ricorda la strada che era stata intrapresa e poi interrotta dalla sospensiva del Tar per riaprire la struttura.

“Noi approvammo mesi fa una delibera, con la quale si stanziavano 30.000 per lavori di messa in sicurezza del teatro, lavori che avrebbero permesso ai cittadini di poter riavere a disposizione un bene pubblico destinato alla cultura, alle scuole, alle associazioni, insomma a tutta la comunità. Su quella delibera – spiega – c’erano le firme di tutti i dirigenti competenti, che la rendevano legittima dal punto di vista giuridico. Oggi veniamo a sapere che il dirigente dell’ufficio tecnico, non ha dato il via all’iter perché non vuole assumersi la responsabilità di una spesa che, secondo lui, (ripeto: secondo lui) non è obbligatoria e quindi non proponibile in caso di un ente in dissesto come quello di Viareggio. Ora, mi verrebbe da chiedere a quel dirigente: ma allora perché noi si sono stanziati e spesi centinaia di migliaia di euro per la messa a norma di altri luoghi, che hanno a che fare con la cultura, con la sua autorizzazione? Eppure neanche quelli avrebbero potuto avere l’imprimatur dell’obbligatorietà, secondo la sua recente interpretazione. Potrei fare decine di esempi diversi e ugualmente validi. In realtà per la giunta quelle spese erano legittime e perfettamente in linea col dettato normativo sui comuni in dissesto e, per il sindaco, lo rimangono tuttora. E allora? Cos’è successo? Semplice: lo zelante dirigente, burocrate di professione, va a cercare il pelo nell’uovo – attacca Del Ghingaro – per non assumersi nemmeno lontanamente una responsabilità e il commissario non chiede al dirigente di andare avanti, come avrebbe fatto il sindaco, per evitare complicazioni , interpretazioni, decisioni che possono anche lontanamente sottoporlo a problemi. Il sindaco avrebbe chiamato il dirigente, gli avrebbe detto di andare avanti. Se non lo avesse fatto avrebbe fatto una delibera nella quale si attestava che quelle spese erano obbligatorie, precisandole, documentandole, specificandone il perchè è il percome, si sarebbe assunto la responsabilità di quella decisione e il teatro Jenco sarebbe stato aperto. Questa è la differenza tra un sindaco e un commissario, questo è il classico esempio tra le decine, le centinaia, di provvedimenti che passano dalla scrivania del capo di un comune, in più in dissesto. Ora mi sono spiegato? Ora quei geni che esultano per il commissariamento hanno capito meglio? L’hanno chiaro che, nonostante il valore di un commissario, la città si ferma, arretra? Termino chiedendo al commissario di approfondire bene quella delibera, magari si risolve in qualche modo la situazione, per il bene di tutti”.