Referendum, 70 firme per il no a Viareggio

2 dicembre 2016 | 10:57
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Referendum, 70 firme per il no a Viareggio

Settanta firme per il no al referendum raccolte dal comitato per il no di Viareggio, che lancia l’ultimo appello per il voto di domenica (4 dicembre). “La riforma costituzionale Renzi-Boschi – si legge nel documento sottoscritto – è l’esito finale di una idea politica, da tempo da più parti caldeggiata, secondo cui per governare società complesse e frammentate occorre concentrare il potere politico ed esercitarlo senza intralci da parte di alcuno, a cominciare dai cittadini”.

“Essa – proseguono i firmatari – sposta il baricentro istituzionale e decisionale sull’esecutivo, indebolendo la posizione del Parlamento, specificamente dell’organo di rappresentanza politica, ridotto alla sola Camera dei deputati; declassa il ruolo politico-legislativo del Senato a quello di un organo mal definito nelle competenze e non eletto direttamente dai cittadini, senza istituire altri contrappesi. Inoltre è concepita e scritta male, disorganica e sbagliata, invece di semplificare il funzionamento del sistema istituzionale creerà confusione e conflitti senza fine. La Costituzione detta i principi di convivenza della comunità nazionale e le regole che presiedono all’organizzazione dello Stato e degli altri poteri pubblici, principi e regole che devono avere la maggior condivisione possibile da parte dei cittadini e delle formazioni in cui questi svolgono la loro vita associata”.
“Quella attuale – si legge ancora – riuscì a unire un paese devastato dalla guerra e dal Fascismo, fu scritta da un arco di forze politiche e sociali che andavano dai Comunisti ai Monarchici, dai Cattolici ai Liberali. La riforma sta spaccando l’Italia, creando fronti contrapposti e provocando conflitti difficilmente sanabili. Non potrebbe essere diversamente, posto che è stata voluta, sostenuta e approvata dalla sola maggioranza di governo, proseguendo negli errori commessi nel 2001 (modifica del Titolo V) e nel 2005 (riforma del governo Berlusconi). Invece di porre un freno a tali pratiche, che indeboliscono il senso di appartenenza alla comunità nazionale, le si consolidano e rafforzano, con la conseguenza che i governi a venire si sentiranno legittimati a fare nuovi e ulteriori cambiamenti, secondo il loro programma politico, a dotarsi, insomma, di una propria Costituzione. Anche coloro che votano sì alla revisione costituzionale, ne ammettono i limiti e i difetti e sostengono che si dovrà intervenire nuovamente per migliorarla in vari punti. E’ meglio, è più utile per il presente e il futuro del nostro Paese, bocciare la riforma per poter avanzare e approvare proposte nuove, certamente più adeguate, ma soprattutto per ristabilire il principio dell’unità e della necessaria massima condivisione dei valori fondativi della nostra convivenza civile, affermati nella Carta costituzionale”.
Scarica l’allegato con i nomi di tutti i firmatari