Accoltellamento al centro d’accoglienza, i giovani della Lega Nord invocano soluzioni

L’accoltellamento della notte di Capodanno nella struttura d’accoglienza per migranti a Camaiore fa ancora discutere. In particolare il Movimento dei giovani toscani della Lega Nord critica il modello di accoglienza. “Ci chiediamo innanzi tutto, come sia possibile considerare i cittadini della Nigeria come rifugiati. Ci sentiamo in dovere – si legge in una nota – di chiedere come sia possibile che questi giovani, talvolta stipati in Centri d’accoglienza, altre volte in alloggi privati a spese dei contribuenti italiani, per mesi se non per anni, e comunque ghettizzati, a quale tipo di integrazione possano aspirare. E’ giusta questa modalità di accoglienza?”. Secondo il movimento no.
“Noi crediamo – si spiega infatti – che tutto questo alimenti solo il fuoco dell’intolleranza, e i responsabili non possono che essere gli amministratori politici che ad oggi governano. Sentiamo oggettivo il bisogno di chiedere un dispiegamento maggiore di pattuglie sul territorio, perché non è giusto aver anche solo la paura di uscire la sera, non è giusto dover rinunciare a passeggiare in una zona della propria città ‘perchè adesso frequentata da soggetti poco raccomandabili’. Chiediamo che ci si allinei alle direttive europee, per un più celere riconoscimento delle identità; chiediamo venga formato un tavolo politico istituzionale dove vengano ridiscusse le modalità di gestione, la formazione di accordi bilaterali per quei paesi dove esiste un governo, senza fermarci davanti a un semplice rifiuto di comodo da parte di quei Paesi che nonostante abbiano un Governo, hanno anche tutto l’interesse a liberarsi di personaggi scomodi” .
“Ci sentiamo presi in giro – aggiungono – nel leggere che l’espulsione sia considerata una panacea, perché certi fenomeni andrebbero prevenuti. E soprattutto, non è una cura, perchè allo stato attuale, questi soggetti, sprovvisti di documenti, utilizzando le rotte usate da coloro che sì sono profughi, ci metteranno un attimo a sbarcare nuovamente sul suolo italico, quando addirittura non si presentano agli imbarchi per il rimpatrio, legittimati dall’essere lasciati a piede libero sul nostro territorio. Nessun amministratore locale dovrebbe sottovalutare il sentimento comune, quello condiviso dai propri cittadini, ma anzi, dovrebbe ascoltarli e proteggerli ed alleviare le loro pene. Vediamo poca autenticità e poco empatia, proprio da parte di coloro che dovrebbero controllare e ci dovrebbero tutelare”.