Vendita arenili, il Pd va all’attacco di Mallegni

20 gennaio 2017 | 14:18
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Vendita arenili, il Pd va all’attacco di Mallegni

La partecipazione del sindaco Massimo Mallegni all’assemblea con i concessionari degli stabilimenti balneari di mercoledì scorso scatena il Pd di Pietrasanta. “È giusto e normale – spiega Antonio Orsucci della segreteria comunale del Pd – che una categoria inviti e si confronti con i membri di un’amministrazione, ma il problema del doppio ruolo di sindaco e vicesindaco, al contempo amministratori e parte in causa, resta. Non basta assentarsi (come prevede la legge) alle votazioni in consiglio comunale per dimostrare estraneità, per poi impegnarsi in prima persona nella vendita di beni pubblici ai balneari”.

“A questo punto è evidente – prosegue Orsucci -, come ammesso pubblicamente dallo stesso sindaco, che la vendita ha sì lo scopo (discutibile in ogni caso) di far fare cassa al Comune, ma di farlo rendendo più facile l’accesso alla gara ad una categoria, in pieno disprezzo dell’obiettività e imparzialità delle procedure ad evidenza pubblica. Una turbativa d’asta ab origine. In realtà all’smministrazione non interessa nemmeno vendere bene gli arenili, ma vendere addirittura a prezzo dimezzato rispetto alla stima fatta dall’Agenzia delle Entrate su richiesta del Comune stesso. Altrettanto discutibili sono le dichiarazioni sulla volontà di permettere liberamente l’apertura, nelle concessioni demaniali, di attività non strettamente legate alla balneabilità. Dichiarazioni in spregio a chi fornisce da sempre questi servizi nella nostra Marina e senza alcuna considerazione dell’impatto che queste attività, se aperte in maniera generalizzata, potrebbero avere su una fascia delicata come quella costiera”.
“Il Partito Democratico di Pietrasanta – aggiunge Orsucci – intende agire nell’interesse delle categorie economiche che operano sul territorio e contribuiscono a creare lavoro e ad arricchire e diversificare l’offerta proposta ai cittadini, visitatori e turisti. A differenza del nostro sindaco, riteniamo però che le imprese siano una parte di un insieme che ha moltissime esigenze, diverse e talvolta in (apparente) contrasto fra loro. La buona politica deve saper trovare la sintesi tra i diversi interessi e sensibilità per accrescere il benessere generale e non di qualcuno a scapito di altri. Riteniamo necessario che anche i nostri amministratori locali si adoperino per mettere le attività economiche in condizione di svilupparsi ulteriormente, ma evitando di ricorrere a provvedimenti emanati senza alcuna visione strategica di insieme. La nostra è una battaglia per la tutela di un bene che è sempre stato pubblico e che tale deve rimanere, la cui eventuale vendita riteniamo che rappresenti una pesante ipoteca sul futuro della comunità, della città e di ogni possibile opportunità di sviluppo urbanistico”.