Le opere di Fausto Maria Liberatore a Villa Argentina

Le splendide sale di Villa Argentina, gioiello Liberty della città di Viareggio, accolgono da oggi le opere del pittore Fausto Maria Liberatore che costituiscono la mostra Squillante azzardo dell’immagine aperta ad ingresso gratuito fino all’8 marzo.
A promuovere questa nuova rassegna espositiva accolta nello storico edificio di via Fratti recuperato dalla Provincia di Lucca, sono la stessa amministrazione provinciale, la Fondazione Carnevale di Viareggio, in collaborazione con l’Associazione Quattro Coronati, con il patrocinio del Comune di Viareggio.
La mostra antologica – curata da Daniele Lucchesi – è un vero e proprio omaggio all’arte pittorica dell’artista lucchese di nascita ma versiliese d’adozione e di elezione, amico dello scrittore Enrico Pea, e molto attivo politicamente dalla metà degli anni ’50 ai primi anni dei ’60 che lo portano ad essere eletto Deputato della Repubblica nelle file del Partito Comunista.
Le oltre 90 opere esposte a Villa Argentina per tutto il periodo del Carnevale di Viareggio di quest’anno ripercorrono, in una retrospettiva che spazia dagli anni ’50 agli anni ’90 del ‘900, il lungo percorso pittorico di Liberatore tra immagini di donne nude con volti sensuali, donne incinta, ritratti vari, maschere, marine e crepuscoli versiliesi. Certo che a rappresentare la più diffusa ‘architettura di riferimento’ per l’arte di Liberatore rimangono il corpo e il volto femminili che tra capelli al vento e forme sinuose accarezzate da velature leggrere calano l’osservatore in una dimensione che coniuga sapientemente il realismo con il mistero, la sensualità con l’azzardo.
Luigi Cavallo, uno dei più profondi conoscitori della cultura italiana del secolo scorso (che tra l’altro firma un intervento critico sul catalogo della mostra) scrive delle opere di Liberatore: “Sarebbe limitativo considerare i quadri, i grandi pastelli di Liberatore come il risultato di sedute con la modella; quanto interessa all’artista è la ricerca di un organismo che si dipani da un groviglio, da segni, filamenti essenziali per la crescita della forma; una variata orditura conduce alla figurazione e anche alimenta il senso onirico, la fantasia che ha fatto maturare l’amore, quella semplicità di spunti che ha un cuore acceso”.
E poi ancora Cavallo: “La figura percepita da Liberatore dipende dai temporali emotivi dell’artista, dal suo stato d’animo, dalle palpitazioni e dalle incertezze; diresti che il corpo femminile è una creatura di flussi in cui la realtà si accomoda nella verità, senza esibizioni, senza vertiginosi surrealismi”.