Lido di Camaiore, via la tessera spesa ai migranti che la utilizzano per acquistare beni non di prima necessità. E’ successo alla Misericordia di Lido di Camaiore, con la conseguente protesta degli stranieri ospitati nella struttura.
“Nessuna rivolta – spieano dal Comune – solo un confronto acceso che però non ha mai valicato i limiti del rispetto tra operatori della Misericordia di Lido e ospiti del villaggio dell’accoglienza. Il caso è nato in seguito a un’attività di controllo dell’ente del terzo settore sulla gestione delle card prepagate che ha fatto emergere acquisti di categorie merceologiche non comprese nelle direttive ministeriali. La Misericordia ha deciso quindi di non distribuire più le card, ma di mettersi a disposizione per un servizio di spesa e recapito a domicilio così da poter controllare preventivamente gli acquisti. Il sindaco è intervenuto per tentare di mediare e trovare una soluzione che conciliasse l’ossequio delle regole e il rispetto di un momento quotidiano personale come quello della spesa. Al momento le card rimangono bloccate ed è previsto un nuovo momento di confronto ristretto tra migranti e Miselido per intavolare un nuovo sistema di spesa. Il sindaco incontrerà domani, come previsto da diversi giorni, il nuovo prefetto Maria Laura Simonetti”.
Sul tema interviene il consigliere Alessandro Santini: “Dopo quello che è accaduto stamani al villaggio della Misericordia di Lido di Camaiore – dice l’esponente azzurro – da cittadino voglio dare il mio pieno e completo sostegno alla Confraternita, al governatore Intaschi (al quale ho espresso personale solidarietà), ai suoi operatori, ai volontari e a chi si impegna a rispettare e far rispettare le regole”.
“Alcuni migranti ospitati a Lido di Camaiore hanno usato il piccolo budget (cumulabile) – prosegue la nota – che viene loro assegnato dalla Misericordia per acquisti di prima necessità per comprare computer, telefonini o altri beni che tutto erano, meno che di prima necessità. Gli addetti l’hanno scoperto e hanno ritirato ai migranti le tessere-spesa. Ed è stato giusto. Mentre non sono giustificabili le proteste (anche abbastanza accese) di queste persone ospitate dalla nostra comunità che reclamavano la restituzione delle loro carte”.
“Essere accolti da un altro paese – conclude la nota – significa mostrare rispetto per le sue leggi, le sue regola e la sua cultura: questi “ospiti”, oggi, non hanno ricambiato la fiducia che una comunità ha dato loro. E non perché sia fallimentare il progetto di accoglienza della Misericordia che, anzi, come mi spiegò a suo tempo l’ex prefetto di Lucca, Giovanna Cagliostro, segue il solco di quanto concordato insieme alla prefettura stessa; ma bisogna far capire che essere accolti porta anche dei doveri verso chi ti ha accolto, non solo dei diritti. Perché chi accoglie rispettando le regole e magari fa anche dei sacrifici, deve essere ricambiato con rispetto”.