
“Depuratore in tilt, come la politica ambientale della nostra città (e non solo). Se Viareggio è letteralmente nel fango, possiamo ringraziare i nostri amministratori che continuano a gestire il problema in modo approssimativo e sempre sull’urgenza del momento col risultato di mettere a repentaglio la salute dei cittadini e il futuro di un intero comparto, di grande importanza per la nostra città, quello legato al turismo, per di più alle soglie della stagione estiva”. Il Movimento 5 Stelle va così all’attacco puntando il dito “contro i ritardi, le inadempienze le falle del sistema di gestione della depurazione delle acque reflue, quello che ha portato di recente all’incriminazione di pezzi grossi delle partecipate Sea risorse e Gaia”. I Cinque Stelle si riferiscono all’inchiesta della procura distrettuale antimafia di Firenze su un presunto giro illecito di fanghi.
“Un’inchiesta – sottolinea M5S in una nota – che ha portato alla battuta di arresto del conferimento fuori regione, col conseguente accumulo dei fanghi di supero nelle vasche del depuratore di Viareggio, da smaltire in fretta in vista dei campionamenti Arpat sulla salute delle nostre acque con la conseguente corsa contro il tempo e il risultato di numerosi guasti alle linee sovraccariche di lavoro. I tempi sono maturi per tirare le somme – tuonano i 5 Stelle viareggini – Gaia si è dimostrata non all’altezza del compito, un’azienda decotta dove i vertici a nostro avviso, hanno pesanti responsabilità amministrative e si paga il pegno di pesanti deficienze tecniche, un’azienda indebitata che conta notevoli spese sulle immobilizzazioni, che vanta chilometri di tubazioni che perdono, per di più in cemento-amianto, in attesa di essere sostituite da tempo immemorabile, come il progetto dell’acquedotto industriale rimasto da sempre irrimediabilmente al palo, e poi mettiamoci anche il tallio, ancora oggi alcune famiglie non possono usare quell’acqua che dovrebbe essere potabile. Un’azienda a cui si fa ulteriore credito e si danno ulteriori committenze non contenti di quanto abbiamo ottenuto fino ad oggi a fronte di spese esorbitanti, disservizi e ingiusti balzelli”.
“Non sono servite le bollette salatissime pagate con il sudore dei cittadini, vessati in bolletta da voci non ben specificate e che non trovano giustificazione, nè i segnali che giungono da tempo, inascoltati, a scongiurare questa catastrofe: i problemi, come gli escrementi che vanno verso il mare, sono di nuovo venuti a galla fra la Farabola e il Burlamacca. E ora che si fa? Soldi in cassa non ce ne sono – commentano i Cinque Stelle -, i sindaci sono latitanti e anzi facciamo ancora una volta notare che ingenti finanziamenti pubblici vengono spesi in assurde quanto inutili sperimentazioni di acidi, che per lo più soddisferanno l’ego di qualcuno, ma di certo non aiuteranno a trovare le soluzioni necessarie per uscire una volta per tutte dall’impasse tecnica e ambientale che rischia di mettere seriamente a repentaglio l’intera stagione balneare del nostro territorio. Magari ci accuseranno di aver fatto troppo i grilli parlanti quando mettevamo in guardia da investimenti inutili e perdite di tempo, senza vedere che il problema vero da affrontare in modo serio era quello di una manutenzione dell’esistente e di una programmazione degli interventi strutturali da fare in tempi non sospetti ma dopo l’invasione delle alghe in Farabola dell’estate scorsa si vede che nessuno ha imparato la lezione che per risolvere i prolemi ambientali bisogna rifarsi per tempo e lavorare con costanza, non solo quando non se ne può fare a meno e in vista delle solite campagne elettorali”.