
Pd, Noi per Massarosa e Sinistra Comune: la maggioranza di Massarosa fa fronte comune per difendere il nuovo regolamento urbanistico. “Anche su di esso – si legge – è troppo forte il bisogno delle destre di rimanere incatenate ad una stagione politica rovinosa che i cittadini hanno già passato al setaccio per ben due volte. Gli inviti dei capigruppo di maggioranza e del sindaco a guardare in avanti anche questa volta sono caduti nel vuoto. Il documento provocatorio letto in consiglio comunale dal capogruppo di Forza Italia Nicola Morelli e gli attacchi sulla stampa di questi giorni vengono da lontano, sono i figli naturali della vecchia amministrazione che per giustificare le scelte di allora si aggrappa alle sentenze della magistratura, ammettendo quindi implicitamente che sul piano politico, per quanto legittime, le scelte urbanistiche di quel tempo hanno prodotto gli scempi ambientali che tutti conoscono e un consumo scriteriato del territorio che non si dovrà ripetere”.
La maggioranza evidenzia, invece, i punti di forza dello strumento: “Uno dei tratti salienti del nuovo regolamento urbanistico – prosegue l’intervento – di cui siamo particolarmente fieri, sono le nuove possibilità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, a vantaggio dei nostri concittadini. Massarosa ha molte case di grandi dimensioni: così le si costruiva una volta, perché espressione di una società dove le famiglie erano allargate e dove l’agricoltura era l’attività economica prevalente. Oggi tutto è mutato: i grandi alloggi non sono alla portata della maggior parte delle giovani coppie quindi la possibilità di frazionare il patrimonio edilizio esistente consente di dare risposte flessibili e soprattutto alla portata di tante famiglie. E’ a questa situazione che il regolamento urbanistico viene incontro con diverse misure. Ne citiamo alcune: la riduzione della superficie minima degli alloggi, distinguendo però fra interventi sul patrimonio edilizio esistente e nuove costruzioni; facilitazioni alle ristrutturazioni, con possibilità di modifiche e ampliamenti alle case esistenti molto più libere che in passato; l’ampliamento della possibilità di intervento su tanti edifici classificati come storici, ma che di storico hanno solo l’età e che limitavano in modo assurdo le possibilità dei loro proprietari; la facoltà di frazionare le abitazioni senza vincoli illogici, dato che il numero degli alloggi non incide sul dimensionamento come in passato, in altre parole non riduce più la possibilità di edificare sul territorio.La differenza tra frazionare una casa in due piccoli alloggi come oggi noi consentiamo e costruire un alveare di miniloculi non ha bisogno di essere spiegata: perché tutti la possono vedere, girando per le nostre frazioni e vedendo come furono scempiate. I responsabili di questi scempi hanno cattiva memoria, la destra e alcuni studi professionali che le stanno dietro hanno perso l’ennesima occasione per tacere del loro passato”.