Del Ghingaro: “Fossa dell’Abate, peracetico non sembra funzionare”

Il peracetico sembra non funzionare. Ad un mese dall’inizio della sperimentazione (partita intorno alla metà di aprile), i primi campionamenti confermano i timori da più parti espressi: la carica batterica presente all’interno delle vasche di sperimentazione lungo la fossa dell’Abate, infatti, non ha subito quel sostanziale abbattimento che ci si attendeva. A dirlo è il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro: “Sono molto preoccupato. Sarebbe un altro anno perso, una nuova estate appesa agli effetti di un acquazzone, una montagna di soldi pubblici buttati”. I dati che sono stati comunicati dall’Università lasciano poco spazio all’interpretazione: nell’idrovora di via Fratti, l’abbattimento batterico è insoddisfacente in 67 campioni su 100 per Escherichia coli e nell’89% dei campioni per gli enterococchi intestinali. Nel secondo punto di prelievo, in ingresso nell’idrovora, la situazione addirittura peggiora e si osserva un abbattimento soltanto per il parametro E.coli, e solo nel 29% dei campioni. In tempo asciutto nessun campione raggiunge un abbattimento soddisfacente. Va un po’ meglio nell’idrovora di Villa Luporini, ma anche qui l’abbattimento della carica batterica si osserva solo in 57 casi su 100. Non solo, basta un po’ di pioggia e la riduzione dell’abbattimento medio scende al 25% dei campioni: in pratica tre su quattro, dopo il peracetico, sono ancora contaminati. “E’ passato circa un anno da quando il sindaco di Camaiore decise senza alcuna comunicazione preliminare agli altri Enti coinvolti, di recedere dall’accordo con la società proprietaria del brevetto per la ionizzazione delle acque: ionizzazione che sembrava la panacea di tutti i mali e che era stata da lui fortemente voluta” continua Del Ghingaro.
“In quell’occasione Viareggio chiese una convocazione d’urgenza del Comitato di sorveglianza regionale per l’accordo di programma sulla balneazione e una rendicontazione precisa su quanti fondi regionali fossero stati spesi, con quali criteri e soprattutto quanti ancora ne restassero – aggiunge il primo cittadino -. L’11 aprile scorso, dopo 12 mesi circa di attesa, abbiamo finalmente appreso che in totale sono stati spesi 900mila euro prima ancora di partire con la sperimentazione vera e propria: 130mila euro in più di quelli stanziati dalla Regione. E ancora nessuno degli Enti coinvolti, pur avendola richiesta, ha ricevuto alcuna rendicontazione degli stessi al fine di capirne le modalità di utilizzo. La Corte dei Conti immagino troverà in questo modus operandi più di uno spunto di intervento. Sul tema dell’utilizzo di acido peracetico, come sulla proposta di sperimentazione precedente, continuiamo come espresso in passato a nutrire molti dubbi e perplessità tuttavia continueremo a collaborare con serietà e correttezza” sottolinea il primo cittadino.
Il Comune di Viareggio sta facendo la sua parte nell’attuazione dell’accordo di balneazione, sia attraverso le opere di implementazione della rete fognaria sia fornendo tutto il supporto necessario relativamente alla sperimentazione, tanto che dopo i primi risultati poco rassicuranti è stato provveduto a ripulire ulteriormente le vasche e i collettori, in attesa di nuove campionature da parte dell’Università. “Non sappiamo se questi pessimi risultati dipendano dal metodo in sé o dalle modalità” puntualizza il sindaco Del Ghingaro. L’inserimento del peracetico infatti deve avvenire con ogni cautela vista la difficoltà di bilanciare bene le quantità: il pericolo infatti è quello che si vada non solo ad eliminare i batteri “cattivi” ma anche quelli “buoni” rischiando di incidere in maniera negativa sull’ecosistema.
“Tuttavia – continua – a fine maggio, con quattro comuni costieri che vivono di turismo balneare, questa incertezza ci appare quanto meno surreale: chi ha guidato fino ad oggi l’accordo di programma ha dimostrato ampiamente di non essere in grado di gestire la situazione. Ancora una volta manca concretezza, manca lungimiranza, mancano progetti condivisi. Emergono invece arroganza, inesperienza e ambizioni malriposte. Viareggio non può aspettare in silenzio e rischiare di subire gli effetti di una gestione avventata: effetti che si ripercuoteranno pesantemente sul nostro territorio. Di nuovo, a distanza di un anno e con il rischio concreto di un niente di fatto, chiediamo al sindaco del Comune limitrofo un passo indietro. Sarebbe buona norma – conclude Giorgio Del Ghingaro – iniziare ad assumersi le proprie responsabilità”.