Legambiente, i volontari ripuliscono la spiaggia della Lecciona

29 maggio 2017 | 09:33
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Legambiente, i volontari ripuliscono la spiaggia della Lecciona

Ieri (28 maggio) a Viareggio, circa duecento volontari del circolo Legambiente Versiia, hanno ripulito un’area della spiaggia della Lecciona che rientra per intera nel parco Migliarino- Massaciuccoli – San Rossore.

Dal 23 al 28 maggio in tutta la Toscana i volontari di tutte le età hanno ripulito gli arenili dai rifiuti spiaggiati per ribadire, insieme a Legambiente, l’importanza di una maggiore tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino. Ad oggi rifiuti di ogni forma, genere, dimensione e colore, continuano ad invadere le spiagge italiane e quelle del resto del Mediterraneo.
I dati dell’indagine Beach Litter 2017, condotta da Legambiente nei mesi di aprile e maggio nell’ambito di Spiagge e Fondali Puliti – Clean Up The Med, campagna realizzata in collaborazione con Cial, La Filippa, Mareblu, Novamont, Sammontana e Virosac, confermano anche quest’anno una situazione critica per molti arenili: su 3 spiagge toscane, per un totale di 8400 metri quadri sono stati trovati una media di 683 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, per un totale di 2048 rifiuti totali. Le spiagge prese in esame sono quelle di Chiarone, nel comune di Capalbio, di Albinia nel comune di Orbetello, spiaggia della riserva naturale della Lecciona nel comune di Viareggio.
La spiaggia presso la riserva naturale della Lecciona è la terza delle spiagge con la maggiore percentuale dei rifiuti in plastica (il 98 per cento). I cotton fioc sono al secondo posto dei rifiuti più presenti e in particolare nella spiaggia di Chiarone rappresentano il 26 per cento dei rifiuti. Questa spiaggia è, a livello nazionale, la seconda con la maggiore percentuale di cotton fioc.
La plastica si conferma il materiale più trovato (32,6 per cento degli oggetti rinvenuti). Per quanto riguarda gli oggetti più trovati sulle 3 spiagge: quest’anno al secondo posto ci sono cotton fioc/bastoncini (14,3 per cento), al terzo posto svettano in classifica tappi e coperchi (11,2 per cento), le bottiglie e i contenitori di plastica per bevande (5,8per cento), ed ancora stoviglie usa getta (3,9 per cento). Anche se di poco fuori top ten, una menzione speciale va riservata alla presenza dei sacchetti di plastica, shopper e buste, che rappresentano l’undicesimo oggetto più frequente sulle spiagge italiane (il 2 per cento).
“Coinvolgere la cittadinanza attiva alla ripulitura delle nostre spiagge, alla vigilia della stagione turistico/balneare è un obiettivo storico della campagna internazionale Clean Up the Med – dichiara Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – e ogni anno ci sorprende l’interesse crescente delle scuole, delle cooperative che si occupano dell’accoglienza dei migranti richiedenti asilo e dei turisti occasionali che incontriamo al momento delle iniziative. Una festa del volontariato davvero popolare”.
“La cattiva gestione dei rifiuti urbani (scorretta gestione dei rifiuti a monte, attività turistiche e ricreative, abbandono consapevole) è responsabile della metà dei rifiuti presenti sulle spiagge italiane. A far la parte da leone tra gli oggetti trovati sulle spiagge monitorate ci sono gli imballaggi (un rifiuto su tre) – si legge ancora in una nota -. Il 20 per cento è legato poi ad una scorretto smaltimento dei prodotti legati al fumo (pacchetti, accendini e mozziconi di sigaretta), un dato che sale al 36 per cento nelle altre spiagge Mediterranee, dove l’associazione ambientalista ha trovato ben 3574 mozziconi, pari a quasi 179 pacchetti di sigarette. Tornando alle spiagge italiane le attività produttive pesca e acquacoltura sono invece responsabili di una media di 95 oggetti ogni 100 metri di spiaggia. Il 77 per cento degli oggetti riconducibili a questi settori sono calze da coltivazione di mitili, il 4 per cento sono le cassette per il pesce, di plastica o polistirolo, e cime/corde tra gli oggetti più pericolosi per la fauna soprattutto per intrappolamento. L’inefficienza dei sistemi depurativi, denunciata da tanti anni da Goletta Verde si ripercuote anche sulla presenza dei rifiuti sulle spiagge, responsabile della presenza del 7 per cento del beach litter come bastoncini cotonati, blister di medicinali, contenitori delle lenti a contatto, piccoli aghi da insulina, assorbenti e altri oggetti di questo tipo. La principale responsabilità va ricercata nelle carenze del sistema di depurazione italiano, ma anche nella cattiva abitudine dei cittadini di buttare i rifiuti urbani nel wc, a partire dai cotton fioc che rappresentano l’85 per cento dei rifiuti riconducibili a questo problema e che poi si ritrovano sugli arenili. Sono state ben quattro le spiagge ripulite dai volontari, e ben 170 quelle del Mediterraneo. Alcuni dei litoranei italiani sono stati scelti direttamente dai cittadini grazie al contest social, realizzato insieme a Sammontana”.