Frazionamento del porto, Fiom ricorre al Consiglio di Stato

31 maggio 2017 | 13:38
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Frazionamento del porto, Fiom ricorre al Consiglio di Stato

“Ricorreremo al Consiglio di Stato contro la sentenza pronunciata dal Tar Toscana poiché non vi è stato un giudizio in merito sul frazionamento della concessione Polo Nautico, ma la sentenza ha solo argomentato giuridicamente che i lavoratori e le organizzazioni sindacali non sono soggetti legittimati ad impugnare atti che riguardano concessioni demaniali”. E’ questa la posizione espressa da Massimo Braccini, segretario regionale della Fiom Cgil.

“Crediamo invece – aggiunge – di aver piena legittimazione e titolarità ad entrare nel merito del frazionamento della più vasta area demaniale come quella Polo Nautico a Viareggio, perché dal suo sviluppo possono dipendere i destini di una città, dell’occupazione e della stessa costa Toscana, visto che è una delle poche aree in Regione dove si possono produrre barche di grandi dimensioni. La Toscana rappresenta il 25% della produzione mondiale degli yacht sopra i 30 metri. Il settore della nautica è in ripresa e tutti i dati sono inequivocabili circa la tendenza del mercato a spostarsi sempre più verso le barche di grandi dimensioni. Se l’economia del mare è al centro delle strategie della Regione e stanno investendo risorse, anche nell’ottica di evitare che la Toscana corra a due velocità, noi crediamo sia incomprensibile aver determinato le condizioni di depotenziamento di un’area produttiva così importante. La legge regionale dovrebbe favorire il primato del governo pubblico. Si pone quindi anche un problema della legge istitutiva sulla Port Authority regionale, del regolamento e dei suoi indirizzi in quanto non sono messi al centro gli interessi del lavoro e di chi rappresenta i lavoratori nell’avere il diritto ad intervenire per promuovere uno sviluppo equilibrato dell’economia e nell’emancipazione dei lavoratori. La crisi ha segnato anche il fallimento di un modello produttivo. Con la ripresa produttiva le aziende lamentano oggi la mancanza di lavoratori qualificati, come se non avessero responsabilità nell’aver distrutto in passato gran parte del patrimonio professionale. Se la nautica si fonda sempre più sulle imbarcazioni di qualità, vi debbono essere lavoratori specializzati e qualificati ed i cantieri non possono solo pensare di trovarli nelle ditte in appalto. Bisogna certamente qualificare l’indotto, ma anche discutere di nuovo di politica delle assunzioni dirette nei cantieri, ed anche in questo senso il rilascio delle concessioni pubbliche possono indicare specifici indirizzi. Crediamo che, nell’interesse generale, vada recuperato un livello di confronto politico per mettere a frutto le migliori esperienze nell’interesse della collettività. La Fiom come sempre e’ aperta al dialogo, ma si opporrà di fronte a decisioni che potrebbero compromettere le condizioni di sviluppo futuro”.