2 giugno, a S. Anna di Stazzema ricordate le vittime dell’eccidio

“Quello che accadde qui il 12 agosto 1944 sta succedendo ancora, nel mondo, proprio in questo istante, non siamo ancora un mondo civile: l’umanità deve diventare umana, è il vero scopo per il quale dobbiamo lottare”. Lo ha detto Oliviero Toscani, autore del volume I bambini ricordano, in cui ha ritratto i superstiti della strage di Sant’Anna e raccolto le loro testimonianze, nell’incontro che si è svolto oggi al Museo Storico di Sant’Anna di Stazzema, organizzato per riflettere sull’importanza del 2 giugno e il significato della Festa della Repubblica a 72 anni della sua nascita, un tema sviluppato dal procuratore di Massa Carrara, Aldo Giubilaro.
Toscani ha ripercorso le tappe che lo hanno portato a sviluppare un grande lavoro per la memoria di Sant’Anna. Dopo i saluti istituzionali e del sindaco Maurizio Verona, la proiezione, in anteprima, del filmato “Mario, il bambino della Vaccareccia” di Stefano Ballini, nel quale Mario racconta la sua testimonianza alla Vaccareccia, la borgata di Sant’Anna in cui si trovava con la mamma Genny Bibolotti Marsili quella mattina del 12 agosto. Per l’associazione Martiri di Sant’Anna ha portato i saluti Enrico Pieri.
A seguire è stato proiettato il film “Il Pugile del Duce” di Tony Saccucci, alla presenza del regista. Un documento in cui si racconta la storia di Leone Jacovacci che nel 1928 vinse il titolo europeo di pugilato allo Stadio Nazionale (oggi Flaminio), davanti a 40.000 spettatori. Due italiani si contendono il titolo europeo. Un filmato ufficiale mostra tutte le fasi dell’incontro, fino alla quindicesima ripresa. Poi il buio: mancano i minuti finali, quelli che decretano il vincitore; tagliati dal montaggio, spariti per sempre. Perché a strappare il titolo dei pesi medi al biondo e “latteo” Mario Bosisio, è Leone Jacovacci, un campione bello, forte, amato da popolo, ma che agli occhi di Mussolini aveva una sola, grande pecca: era nero. E’ un’incredibile storia di rimozione e manipolazione della realtà, oltre che di razzismo strisciante, quella che riporta a galla Tony Saccucci. “Il pugile del Duce” è finalista dell’edizione 2017 de Il Globo d’oro, premio per il cinema italiano indetto dall’Associazione Stampa Estera in Italia, come miglior documentario.