Braccini (Fiom): “Nautica, le grandi aziende non devono delocalizzare”

“Se Azimut Benetti, il più primo cantiere nautico al mondo, manifesta una condizione tesa a smantellare sia a Viareggio che a Livorno anche quel minimo che resta dei reparti produttivi e non un suo rilancio, questo pone un problema di prospettiva generale della nautica in Toscana”. Sono parole del segretario regionale della Fiom Cgil, Massimo Braccini che conferma come “la politica delle assunzioni dirette da parte dei cantieri nautici in Toscana e la ricostruzione dei reparti produttivi, affinché le aziende siano ancora imprese con le fondamenta, è per la Fiom una condizione imprescindibile”.
“La nautica sembra abbia svoltato ed i dati indicano che dal 2018 si possa tornare ai livelli pre crisi – osserva -. Alle città della costa tirrenica si presenta di nuovo, attraverso la ripresa del settore nautico, un rilancio produttivo e occupazionale, ben sapendo che, a differenza del passato, la globalizzazione è arrivata anche a questo settore e quindi bisogna alzare il livello qualitativo e dimensionale delle imbarcazioni. Ci vuole una visione d’insieme da Carrara a Piombino e con la regione Toscana andrebbe affrontata una discussione strategica, cosa che invece ultimamente notiamo completa latitanza. Intorno al 1600 il problema a Livorno era la scarsa popolazione, servirono le leggi Livornine ed un’apertura ad ospitare i mercanti di ogni nazione estera con la garanzia delle libertà religiose e protezione dall’Inquisizione per poter ripopolare la città. Oggi siamo al problema opposto, città con alto tasso di disoccupazione e il cantiere Azimut Benetti in pieno sviluppo con un carico di lavoro importante che però lamenta la mancanza di professionalità dei lavoratori. Questa situazione però richiama a specifiche responsabilità della politica industriale aziendale portata avanti negli anni che ha teso a distruggere e non a creare le professionalità. Non si può pensare che le professionalità si trovano solo attraverso le ditte in appalto, la storia di un certo modello produttivo è inesorabilmente fallita. Va poi aperta una seria discussione sul rilascio delle concessioni demaniali pubbliche in un rapporto con le Istituzioni e le varie autorità portuali, richiamando ognuno alle varie responsabilità. Un quadro di regole più preciso su cui si rilasciano e si revocano le concessioni si rende più che mai necessario. Abbiamo il dovere di provare a dare un indirizzo strategico alla ripresa produttiva, in modo che non si riproponga una condizione simile al passato fondata spesso sull’appalto dell’appalto selvaggio e sullo sfruttamento e arretramento di tanti lavoratori. Come Fiom ci batteremo e apriremo una vertenza nautica in Toscana al fine di favorire uno sviluppo nell’interesse collettivo, dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori”.