Acido peracetico, monitoraggio Arpat alla Fossa dell’Abate

Procedono i prelievi e i controlli dell’Arpat in Versilia nell’ambito della campagna sperimentale per l’uso di acido peracetico nelle disinfezione delle acque superficiali applicata, in una prima fase alla sola Fossa dell’Abate, al confine tra Camaiore e Viareggio.
Nell’ambito della sperimentazione, Arpat effettua dei controlli in autonomia per verificare lo stato del corpo idrico e le variazioni temporali delle concentrazioni microbiologiche in 3 punti lungo il corso della Fossa dell’Abate, con un punto di prelievo a monte dei trattamenti in zona via Martiri delle Foibe; un punto di prelievo a valle dei trattamenti in zona viale Colombo; un punto di prelievo a valle dei trattamenti ed in prossimità della foce in zona Passerella Casartelli (Per il bollettino clicca qui).
Tutti questi campionamenti sono effettuati nell’alveo del fosso in tratti controllati anche dall’Università di Pisa (individuati, rispettivamente, dalle sigle AB-1, AB-6 e AB-7), ma in punti non esattamente sovrapponibili e prelevati in tempi e modi diversi.
Per valutare eventuali differenze dovute alle sole tecniche analitiche è stato anche effettuato un campionamento in contemporanea con l’Università di Pisa (tab.3) il 29 maggio scorso negli stessi 3 punti di cui sopra ed in altri 4 punti a monte ed a valle delle idrovore di Villa Luporini e di via Fratti, fornendo risultati confrontabili.
I controlli effettuati da Arpat sono relativi ai due parametri microbiologici che determinano l’idoneità alla balneazione: escherichia coli ed enterococchi intestinali. Infatti, considerando che l’obiettivo è quello di evitare e/o limitare gli episodi di contaminazione delle acque di balneazione, è utile tenere presenti, come riferimento, i limiti oltre i quali scattano, per le acque marine, i divieti di balneazione: escherichia coli: 500 MPN/100 ml; enterococchi intestinali: 200 MPN/100 ml. Inoltre, per la valutazione della possibile tossicità dell’immissione di acido peracetico nella fossa dell’Abate Arpat effettua saggi con un batterio (Vibrio fischeri) ed un piccolo crostaceo planctonico (Daphnia magna).