
Principino ai privati, interviene il sindacalista Massimiliano Bindocci: “L’assegnazione del Principino – dice – dimostra che avevo sempre avuto ragione quando contestavo la assenza di un progetto sul futuro del Principino da parte di questa amministrazione e temevo per il futuro dei lavoratori. Il Comune ha fatto una figura meschina e chi ci ha rimesso sono stati i dipendenti e la città. Protestai contro la amministrazione di del Ghingaro e ahimé contro una parte della Cgil che per qualche motivo a mio parere era immobile, avversai la chiusura della struttura facendo affiggere il famoso striscione, ma la risposta alla domanda che quello striscione poneva ‘Il Comune che fa?’ la ha data la storia.Il Comune ha deciso il fallimento e poi non ha fatto niente di utile”.
“Risultato – prosegue Bindocci – che il Comune ha perso per due soldi la struttura, ha fatto perdere i posti di lavoro e ora si avvinghia in qualche ricorso improbabile per salvare la faccia. Ho contestato il fatto che si svendessero pezzi di città e che si abbandonassero i lavoratori che di fatto sono stati licenziati. Ho trovato in quasi tutte le porte dove insieme a quelli che ci lavoravano bussammo, solo promesse poi quando chiedevamo riscontri solo arroganza e disprezzo per le persone e per i sindacalisti non di comodo. Adesso la gestione privata di un pezzo di città che speriamo sia efficiente e rilanci il centro Congressi, può fare solo meglio di quella attuale. Quelli del Principino sono gli unici lavoratori delle partecipate mandati a casa, qualcuno ora (3 su 7) lavora – come precario – nella società delle affissioni perché forse anche la amministrazione ci ha messo una buona parola, almeno quella, ma non è questo il metodo, non erano queste le promesse. E ben quattro non hanno avuto nessuna ricollocazione, quando invece si poteva anche per loro fare quella mobilità tra partecipate che ad altri è toccata, invece nessuno è rientrato. Tra l’altro anche nei passaggi fatti dalla Patrimonio ad I Care il personale ha dovuto subire trattamenti non sempre corretti, ma quella è un’altra storia. Speriamo che tra le prime cose la nuova proprietà del Principino convochi il vecchio personale, magari senza farlo assistere da sindacati di comodo. Speriamo che si faccia un Centro Congressi che superi la stagionalità e faccia da volano per il settore turistico alberghiero. Ora siamo dunque allo “speriamo”, perché il privato potrà fare quello che crede, ieri Viareggio invece poteva dire “facciamo”, ma qualcuno ha a mio avviso sbagliato tutto e per me questa amministrazione ha perso insieme al Palazzo dei Congressi ed ai posti di lavoro quella poca credibilità che aveva”.