S. Anna di Stazzema, al via i lavori per la campana della pace

E’ iniziato da alcuni giorni, e si concluderà nei primi giorni di agosto, il cantiere a Sant’Anna di Stazzema, teatro della strage nazista del 12 agosto 1944, per la collocazione della Campana della pace, opera dell’artista Romano Cosci scomparso alcuni anni fa, e voluta fortemente con una raccolta di fondi, durata alcuni anni, da Angelo Berretti e dall’Associazione Nuova Sant’Anna che nei giorni scorsi ha donato la campana al Comune di Stazzema. L’opera, 4,40 metri di circonferenza per il peso di circa 2 tonnellate, completamente in bronzo, spiega una nota, ricorda e commemora il punto estremo dell’eccidio di S.Anna, in memoria delle 560 persone uccise. Le incisioni sopra riportate raffigurano alcuni dei luoghi e degli episodi più noti che riguardano la strage come la casa della Vaccareccia, dove si consumò il sacrificio di Genny Bibolotti Marsili che scagliò lo zoccolo contro il soldato tedesco per salvare il piccolo Mario e la piazza della Chiesa dove il parroco, don Innocenzo Lazzeri, offrì la propria vita per avere salva quella dei suoi fedeli.
Genny Bibolotti Marsili, si ricorda, è medaglia d’oro al merito civile e don Innocenzo Lazzeri medaglia d’oro al valor Civile. E’ raffigurata, inoltre, una grande Fenice, simbolo di resurrezione e sulla base campeggiano due endecasillabi che sintetizzano lo spirito di questa opera: “Risorgeremo se vi date pace. Risorgerete se ci date pace”.
Le opere di sistemazione della campana sono finanziate con un contributo del Mibact attraverso la Soprintendenza di Lucca che ha gestito le fasi operative dei lavori. “Si compie un altro passo per la sistemazione dell’area dell’Ossario di Sant’Anna di Stazzema – commenta il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Egidio Pelagatti -, con la collocazione di questa opera d’arte che era stata pensata per questo luogo e che finalmente troverà spazio sul Col di Cava nei pressi dell’Ossario che custodisce il ricordo delle vittime delle strage. Ringraziamo la Soprintendenza per la sensibilità nell’aver compreso il valore culturale dell’opera e il suo significato per la memoria”.