
Ultimo saluto al Gamc di Viareggio per il senatore Giovanni Pieraccini, scomparso venerdì a 99 anni. A ricordare la sua figura il sindaco Giorgio Del Ghingaro: “Giovanni Pieraccini – ha detto – è stato e sarà uno degli uomini che Viareggio non potrà dimenticare; la notizia della sua scomparsa è arrivata venerdì mattina; la città, nel suo splendore estivo, si è ritrovata, di colpo, priva di uno dei suoi pilastri. Una vita attiva quella del senatore, fino all’ultimo lucidissimo e legato indissolubilmente alla sua città: Viareggio. Un legame forte iniziato ai tempi del Liceo Classico che, negli anni bui della dittatura gli insegnò il valore della libertà, il gusto della modernità”.
“Le due grandi passioni della sua vita – ha detto il sindaco – furono la politica e la cultura: amante e promotore dell’arte, ha creato una vastissima rete di artisti, musicisti, letterati: a lui dobbiamo l’arricchimento della Galleria d’Arte Moderna Viani, a lui è intitolata questa sala che adesso lo accoglie nell’ultimo saluto. La Collezione Pieraccini, qui esposta si compone di circa 2300 opere in gran parte di autori attivi fra la fine del XIX secolo e gli inizi del XXI. E come l’arte spesso sa fare, a scorrere le opere riusciamo a cogliere una parte della vita del Senatore e di sua moglie Vera: una Collezione, frutto di conoscenze, viaggi, incontri, amori a prima vista, ma soprattutto e principalmente di una passione autentica e di una curiosità per ogni forma di espressione artistica”.
“Giovanni Pieraccini – ha detto ricordando la sua biografia – nasce a Viareggio il 25 novembre 1918. In un’Italia che esce dal primo tremendo massacro mondiale e si prepara al secondo, figlio dei nazionalismi e delle dittature. Sono anni di lotte, di ideali, di grandi sogni: il paese cresce, cambia, si arrotola su sé stesso, collassa. Pieraccini ne è testimone: nel frattempo si laurea in legge, partecipa alla Resistenza nelle file socialiste, diventa redattore della Nazione del Popolo e condirettore del Nuovo Corriere negli anni della guerra e immediatamente dopo. Il primo nucleo della Collezione, si forma proprio in questo periodo: sono gli anni Trenta del ‘900 e Pieraccini acquista un’opera di Lorenzo Viani I quattro vageri. E’ poi la volta di Renato Santini, Eugenio Pardini, Ruggero Sargentini, Mario Marcucci, Danilo Di Prete. I migliori rappresentanti della pittura viareggina, allora giovani e sconosciuti, entrano nella casa del giovane Pieraccini. Intanto Viareggio esce dalla seconda Guerra quasi completamente distrutta ma con una grande voglia di ricominciare: lo sminamento, la ricostruzione. Iniziano i balli, riprende il Carnevale. La nostra città diventa meta turistica di primo ordine, accoglie la dolce vita estiva, bella con le sue fontane contro il cielo azzurro, le sue architetture liberty leggere. Città d’acqua, già allora, Viareggio. In quegli anni Pieraccini si sposa e si trasferisce a Roma, dove viene eletto deputato nelle liste del Psi. Roma, negli anni dopo la guerra, è in pieno fermento culturale, si confrontano e si scontrano differenti concezioni dell’arte ormai divenute storia e molti dei protagonisti di quella disputa sono nella Collezione, in particolare Renato Guttuso e Giuseppe Capogrossi”.
“Superfluo – prosegue – ma non inutile ricordare i numerosi incarichi ricoperti dal senatore, un cursus honorum dei più autorevoli: membro del Parlamento per sei legislature (deputato e senatore); membro della direzione del Partito Socialista Italiano (Psi); direttore dell’Avanti! (1958-1963); ministro dei lavori pubblici (1963 – 1964); ministro del bilancio e della programmazione (1964 – 1968); presidente del gruppo senatoriale socialista (1968-1973); ministro della marina mercantile (1973-1974); ministro della ricerca scientifica (1974); presidente dell’Assitalia (società di assicurazioni, 1978-1988); presidente della Siac (assicurazioni crediti, specializzata per il commercio estero) dal 1979-1991; presidente della Sec (Cantiere navale di Viareggio) dal 1979 alla fine degli anni 80; membro del consiglio direttivo e del comitato esecutivo dell’UNIORIASniorias (fino al 1988); membro del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo della Stet (fino al 1988); membro dell’esecutivo del World Monument Fund (Wmf) (fino al 1956); presidente dell’Isle; presidente della Fondazione Romaeuropa (che organizza 26 paesi europei);
accademico dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze. Su tutto, la passione e il rispetto per l’opera d’arte che ha sempre orientato non solo la vita privata di Giovanni Pieraccini, ma anche l’attività politica, guidandolo nella attuazione di una decisiva svolta normativa: la formulazione del disegno di legge relativo alla tutela della genuinità del prodotto artistico. Pieraccini seguì con passione l’intero iter legislativo che, nei due anni di elaborazione, attirò nuovi ed eccellenti consensi e si accrebbe e perfezionò nella stesura”.
“Per questo oggi siamo qui – conclude il sindaco – a dare quello che non dovrà essere l’ultimo saluto al senatore; siamo qui in mezzo ai suoi e ai nostri tesori, in quella che è la sua e la nostra galleria d’arte: un gioiello che abbiamo il dovere di custodire e di far crescere, perché l’arte è, amore, cura dei particolari e ricerca della bellezza. Bellezza che ritroviamo nella vita di Giovanni e di sua moglie Vera, compagna di vita e di passioni. E oggi, in questa splendida Galleria che si affaccia sul mare dai colori azzurri, baciato dal sole di luglio, il caro Giovanni ci starà guardando fiero di essere stato uno degli uomini simbolo di Viareggio, la città del suo cuore”.