Massarosa ricorda i martiri della Sassaia

10 agosto 2017 | 11:39
Share0
Massarosa ricorda i martiri della Sassaia

Questa mattina (10 agosto) le amministrazioni comunali di Massarosa e Forte dei Marmi hanno ricordato con una cerimonia l’eccidio della Sassaia, avvenuto il 10 agosto del 1944 in località La Sassaia a Piano di Mommio, nel quale furono trucidati 38 civili.

Alla cerimonia hanno partecipato numerose autorità civili e militari, rappresentanti di vari comuni della Versilia e dell’area pisana, il sindaco di Lucca, il capo di Gabinetto della Prefettura di Lucca e membri di Anpi e di numerose associazioni militari, combattentistiche e civili.
Dopo il ritrovo della autorità, delle associazioni combattentistiche, dei cittadini alle 9 è stata celebrata nella chiesa parrocchiale di Piano di Mommio, una toccante Messa in suffragio dei caduti, dal vicario generale della Diocesi di Lucca Monsignor Michelangelo Giannotti, durante la quale sono stati ricordati per nome tutti i civili caduti in quel tragico giorno. Hanno inoltre destato molta commozione le parole del fratello di Giancarlo Polacci, una delle giovani vittime dell’eccidio e la testimonianza di Bianca Polloni, letta da Gabriella Paolini presidente di Anpi Massarosa, che vide con i suoi occhi i caduti di quel barbaro atto e ne conserva, ancora oggi, un doloroso ricordo. E’ seguito, infine, un puntuale resoconto dei fatti da parte di Andrea Ventura, direttore dell’Isrec della provincia di Lucca. Conclusa la celebrazione, il corteo si è diretto lungo la Sarzanese fino al cippo commemorativo dove è stata deposta una corona d’alloro dai Presidenti dei Consigli Comunali di Forte dei Marmi e Massarosa Simona Seveso e Adolfo Del Soldato.
“3.400 persone trucidate tra il 15 giugno e il 15 ottobre del 1944: questa è solo una parte del prezzo che la nostra terra pagò in quella terribile estate, che segnò il culmine della politica stragista delle truppe tedesche – ricorda il presidente del consiglio comunale di Massarosa Adolfo del Soldato. Abbiamo quindi il dovere di ricordare e far conoscere, soprattutto ai giovani, a che cosa possono portare la guerra e la dittatura, affinché simili atrocità non avvengano più”.