
Polemiche sul servizio Ludoteca a Forte dei Marmi: l’assessore Anna Corallo risponde alla consigliera Rachele Nardini: “Leggo con stupore – si legge oggi – le parole del consigliere di opposizione Rachele Nardini che attraverso i social parla di ‘sconcerto e preoccupazione’ in merito alle novità di quest’anno del servizio della ludoteca. Vorrei rassicurarla che da quando sono stata chiamata ad amministrare questo settore, non ho mai reputato un gioco né il lavoro serio che insieme agli uffici di competenza stiamo portando avanti, né tantomeno e, tengo, in maniera incisiva, a sottolinearlo, i fruitori, bambini e ragazzi, a cui ogni nostro sforzo quotidiano è dedicato”. Corallo poi affonda ulteriormente il colpo: “L’amministrazione è cambiata con l’11 giugno ma, evidentemente – prosegue la sua analisi – qualcuno pensa che la scuola le appartenga, che forse sia di sua proprietà. Io credo solo che così facendo, non faccia il bene della comunità scolastica e mi domando quale sia il confine tra il voler fare la paladina della scuola o usarla a scopi politici. Contrariamente all’ex assessore Nardini, io non ho partiti di riferimento, mi sento libera da dinamiche di partito, non devo prepararmi alcun terreno per future candidature, attraverso iniziative di beneficenza, associazionistiche, o legate alla scuola, senza attivare una collaborazione con il Comune o la dirigenza scolastica, come sarebbe auspicabile se ci fosse un reale fine ed intento per il bene tutto della comunità fortemarmina. Il modus operandi del consigliere Nardini è tutto meno che una sana e costruttiva opposizione e non tutela e non rispetta davvero il delicato settore e i soggetti coinvolti. Tra ieri e oggi ho ricevuto tantissimi messaggi e telefonate di genitori, indignati per questo atteggiamento che va a inquinare quel clima di inizio scuola che dovrebbe essere sereno”.
Entrando nel merito della polemica innescata sui social, l’assessore chiarisce che “le decisioni relative al servizio ludoteca partono da attenta verifica sull’incidenza dei costi per i cittadini, di cui il consigliere Nardini, forse non ha tenuto conto. Un amministratore a mio avviso, deve osservare un buon equilibrio, non solo nella qualità dei servizi offerta, ma anche e soprattutto valutarne l’effettivo utilizzo e delle eventuali perdite economiche che ricadono sulla comunità.
L’anno passato il servizio Ludoteca è costato ai fortemarmini per l’annualità educativa circa 80mila euro e se si pensa che il 53 per cento degli iscritti ha usufruito del servizio, mi chiedo: quei soldi potevano essere investiti in altri servizi educativi e coinvolgere quindi ulteriori bambini e operatori? E ancora tutte quelle famiglie a cui è stata negata la possibilità di accedere alla ludoteca, con conseguenti disagi di trovare delle soluzioni alternative, avrebbero potuto essere maggiormente tutelate, se si fosse monitorato con più attenzione l’andamento del servizio? Ecco cosa ho fatto, banalmente ho cominciato dall’abc di un buon amministratore, nulla di così eccezionale e di sconcertante”.
Corallo conclude con una nota ulteriormente polemica il suo intervento: “Nelle mie dichiarazioni di ieri, non si è voluto leggere – volontariamente? – con attenzione l’intera comunicazione che prospetta un progetto molto più articolato di quello che si è preferito far intendere. Giocando come di consueto con i sentimenti, il consigliere di opposizione critica la scelta di utilizzare il plesso delle Pascoli per il servizio ludoteca verso i bimbi frequentanti. Tale servizio consentirà loro di mantenere la mensa negli spazi dove già svolgono il rientro pomeridiano e di evitare di dover prendere uno scuolabus per spostarsi in un altro plesso già affollato, avendo così maggior tempo per il gioco e senza considerare i risparmi dati da un inutile trasferimento. Inoltre nel comunicato era ben specificata sia l’obbligatorietà minima di frequenza, sia ovviamente la disponibilità a valutare casi certificati di impossibilità ad essere presenti. La frequenza verrà valutata ed i casi saranno analizzati per andare incontro alle diverse esigenze o problematiche delle famiglie. Nessun diktat, nessun atto di imperio, ma la volontà di cercare di superare situazioni che, in alcuni casi, non possono essere tollerate. Perché la mia visione è una analisi che non ha altri fini se non un servizio più giusto ed equo per tutti”.