Usi civici a Seravezza, Salvatori: “Avanti con l’accordo”

La vicesindaca del Comune di Seravezza, Valentina Salvatori, interviene in difesa dell’accordo sugli usi civici che l’amministrazione sta cercando di definire con Asbuc ed Henraux. “L’accordo sugli usi civici – esordisce Salvatori – poggia su quasi trent’anni di confronto nelle aule di tribunale, su un’enorme mole di documenti e su perizie e consulenze rese da fior di esperti. Parlare di ‘accordo frettoloso’ è proprio fuori luogo. A tutti gli interessati (consiglieri comunali, cittadini, associazioni) l’amministrazione rivolge pertanto un appello al buon senso: ogni opinione è legittima e preziosa se espressa nel rispetto di chi per così tanto tempo ha portato avanti questo percorso con grande attenzione e serietà”.
“Non bisogna aver paura di ammettere – incalza la vicesindaca, assessore con delega agli usi civici e alla partecipazione democratica – che i tempi sono maturi per una decisione che sappia conciliare le posizioni delle parti, dirima una sofferta controversia e ponga le basi per costruire un futuro di prospettiva. Vivere nella perenne conflittualità non produce niente: in tanti anni cosa ha prodotto? Se riusciamo a porre termine alla vicenda con una parola ‘fine’ che al tempo stesso sia anche un ‘inizio’, sarà una grande occasione di crescita e di sviluppo per l’intera comunità. Comune ed Asbuc – informa Salvatori – stanno organizzando un incontro pubblico per la presentazione ufficiale di tutto il lavoro fatto e dei termini dell’accordo che verrà sottoposto all’attenzione del commissario agli usi civici. Nel frattempo domani (10 ottobre) Asbuc terrà l’assemblea dei frazionisti per continuare nel dialogo portato avanti negli anni con tutti i residenti della montagna interessati alla causa”. “Voglio ribadire – prosegue – che il tentativo di conciliazione e l’accordo che si sta definendo poggia su solide basi storico-giuridiche: dopo vari alti e bassi del contenzioso, prima di arrivare a questa fase così avanzata, negli ultimi dieci anni le parti hanno svolto un’intensa e approfondita attività istruttoria mediante il deposito di numerosi atti di parte, tra cui cartografie, memorie, relazioni storico giuridiche e, da ultima, l’acquisizione di ben tre perizie disposte dal commissario. Nella controversia e nella fase conciliativa le parti sono state assistite da professionisti ed esperti di massimo livello in materia di usi civici. Basti citare, tra gli altri, gli avvocati Lorizio, Righi e Piccioli per il Comune, il professor Volante per Henraux, l’avvocato Baldi della Regione Toscana. Da parte sua, Asbuc si è avvalsa di due esperti professionisti come l’avvocato Bosi Picchiotti e il dottor Monaci, perito demaniale. Tutto il percorso si è svolto sotto l’attenta e propositiva moderazione del commissario agli usi civici dottor Catalani, senza dubbio uno dei più autorevoli e profondi conoscitori della materia. Siamo quindi nella fase finale e conclusiva di un lungo e ben documentato contenzioso. Non esiste alcun ‘caso usi civici’ e appare pretestuosa la diffidenza che alcuni mettono in campo. Grave sarebbe, soprattutto, creare contrasto e contraddizione all’interno della comunità della montagna seravezzina. Con riferimento alle dichiarazioni rese dal consigliere Riccardo Cavirani è alquanto esilarante che proprio lui chieda la convocazione di una commissione di cui era presidente, dimessosi nella fase più significativa e delicata del contenzioso, e per la quale attendiamo da ben tre mesi che l’opposizione nomini il nuovo presidente (ruolo che spetta all’opposizione, proprio perché possa vigilare). Non solo, all’ultimo consiglio comunale Cavirani ha dichiarato che stava riflettendo se dare le dimissioni anche come membro della commissione stessa, uscendone definitivamente per consentire l’ingresso di un nuovo membro. In tutto questo tempo, incluso il periodo della sua presidenza, non ha mai presentato una richiesta di informazioni, aggiornamenti o interrogazioni (e come lui nemmeno il resto della minoranza). Adesso, il suo intervento appare pertanto quanto mai inopportuno, rivelando un interesse solo strumentale alla vicenda”.