Simi ‘ambasciatore’ di Viareggio. E si gira anche un film






Giampaolo Simi sarà uno degli ambasciatori di Viareggio. Lo ha annunciato ieri il sindaco Giorgio Del Ghingaro durante la presentazione a Viareggio del romanzo La ragazza sbagliata.
In una sala gremita della Galleria di arte moderna e contemporanea lo scrittore viareggino ha presentato il suo ultimo libro La ragazza sbagliata (Sellerio). Due anni dopo l’uscita del romanzo Cosa resta di noi, il giallo che ha venduto 20mila copie, il viareggino Simi torna ad ambientare una nuova storia nella sua Versilia. La ragazza sbagliata è un noir italiano con protagonista Dario Corbo, giornalista in crisi, divenuto famoso negli anni ’90 per i suoi articoli sulla morte di una ragazza e che anni dopo si ritrova, per necessità sopratutto economiche, a scrivere un romanzo sulla persona accusata d’omicidio. Sarà anche l’occasione per Corbo di ritornare nella sua terra, far luce sul passato e magari sperare in un nuovo inizio.
Non poteva quindi arrivare in una location migliore come la Gamc, simbolo della creatività viareggina, l’annuncio del sindaco Giorgio Del Ghingaro della nomina di Simi ad ambasciatore della città. Allo scrittore vincitore del premio Scerbanenco, insieme ad altri concittadini, sarà affidato il compito di rappresentare Viareggio nella sua attività di scrittore. Durante la presentazione Simi conferma anche che La ragazza sbagliata approderà presto sugli schermi televisivi. La famosa casa cinematografica Palomar, che ha prodotto anche l’adattamento de Il Commissario Montalbano, ha infatti acquistato i diritti del libro per creare un film per la tv. Viareggio e la Versilia si potrebbero quindi trasformare, a breve, in un enorme set dalle tinte noir.
Lo scrittore ci ha concesso poi una breve intervista parlando anche del rapporto con il territorio.
Come si riesce a coniugare il genere noir con un territorio come la Versilia che, nell’immaginario comune è associato alla spensieratezza, al sole al riposo delle vacanze?
La narrativa si serve di contrasti. Ambientare un giallo in dei posti dove l’atmosfera è già di per sé cupa sarebbe come dipingere nero sul nero. La Versilia ha una facciata luminosa e spensierata e un delitto acquisisce una risonanza più forte rispetto ad un ambiente degradato e lugubre dove avrebbe solamente l’effetto di un petardo in mezzo ad una guerra. Nell’ultimo periodo gli scrittori italiani hanno ricominciato a raccontare storie di crimini che sono più plausibili al nostro contesto dopo che per anni si erano isprati troppo ai modelli stranieri.
Cosa c’è del viareggino Giampaolo Simi nel cinico e malinconico protagonista del romanzo Corbo?
Per me Dario Corbo è un amico. Un compagno del liceo, bravo in italiano come me, che per una serie di motivi è rimasto in una redazione di un giornale mentre io ho preso un’ altra strada. Quindi è una persona che non è completamente me, ha fatto delle scelte diverse. Dopo vent’anni ricapita in Versilia e, se lo incontrassi, mi piacerebbe fermarmi a ricordare di come eravamo e di cosa siamo diventati.
Che cosa l’ha ispirata nella stesura del romanzo?
Volevo parlare di un momento che è quello del 1993 in cui la mia generazione aveva la possibilità di entrare in gioco nella vita sociale e politica del paese e ha mancato tragicamente questa occasione. Non sono un sociologo, ma ho cercato,attraverso lo strumento del romanzo e del genere che prediligo, di dare una risposta ai motivi di questa occasione persa. L’intento era quello di sollevare nei lettori qualche interrogativo su quel breve periodo storico che è stato uno spartiacque per il nostro paese.
Gregorio Del Ghingaro