Parco Massaciuccoli, le associazioni ambientaliste: “Si torni alla normalità, stop al disboscamento”

Domani (29 novembre) il consiglio discuterà del nuovo bilancio del parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Sul tema intervengono le associazioni ambientaliste Amici della Terra, Legambiente, Lipu e Wwf.
“Si lascia alle spalle – dicono – la fase di commissariamento e si torna alla normalità. Una normalità che dovrà curare le ferite aperte dalla mancanza di fondi. E’ indispensabile che vengano previsti stanziamenti in bilancio ad esempio per rilanciare l’azienda agricola di San Rossore, che è stata oggetto di un progressivo degrado, ma anche per investimenti negli immobili della Tenuta, che avrebbero bisogno del rifacimento della rete fognaria ed acquedottistica, le cui perdite provocano costi per oltre 100mila euro annui. Altrettanto importante è potenziare la vigilanza riattivando il servizio Gav. L’altra voce di primaria importanza per la promozione del Parco, del suo valore e delle sue funzioni, in primis di tutela della biodiversità che genera benessere per le comunità che ne usufruiscono, è la riattivazione dei centri visita con apposita voce di bilancio: dal 2014 non sono stati più finanziati ed è solo grazie al lavoro volontario delle associazioni ambientaliste che sono stati mantenuti in vita tra mille difficoltà e senza poter garantire un servizio regolare (basti pensare che in vista di un evento da realizzare al centro visite di Villa Borbone, è risultato che l’impianto di riscaldamento e di illuminazione erano fuori uso). Facciamo anche rilevare che in questi anni la maggiore entrata del Parco è stata costituita dal disboscamento. Perciò con l’elaborazione del nuovo bilancio, la stesura del piano triennale e del piano d’investimenti e lo sblocco dei fondi della Regione chiediamo di sospendere da subito i tagli di legname, perlomeno fino a che non sia stata messa sotto controllo la crescita di popolazione dei daini che impedisce il rinnovarsi del bosco”.
“Invitiamo infine – conclude la nota – a riesaminare gli investimenti in progetti di dubbia utilità, come le eventuali varianti della ciclopista regionale Tirrenica (previste nella riserva della Lecciona, nell’area retrodunale, e nella riserva della Bufalina) con stanziamenti di centinaia di migliaia di euro, come preannunziato nel convegno di fine settembre. Il finanziamento di tali progetti dovrebbe essere valutato considerando che tali viabilità potrebbero essere in contrasto con la normativa relativa alla Rete Natura 2000 e risultare quindi inopportuni e di difficile realizzazione”.