Regioni a confronto a Viareggio sulla riabilitazione dell’ictus cerebrale

Un importante evento scientifico dal titolo Il percorso riabilitativo dell’ictus cerebrale: dall’ospedale per acuti al territorio si è svolto presso l’auditorium dell’ospedale Versilia, organizzato dal dipartimento di riabilitazione della Ausl Toscana nord ovest.
Obiettivo del convegno, al quale erano presenti il direttore della programmazione di area vasta nord ovest Edoardo Majno ed il dottor Lorenzo Roti della Regione Toscana, era quello di condividere i percorsi riabilitativi per l’ictus cerebrale offerti agli utenti delle Asl Toscane. Grazie alla partecipazione di esperti della Regione Veneto, Emilia Romagna ed Umbria è stato possibile fare anche un confronto tra le modalità organizzative della Toscana e quelle di altre regioni considerate “avanzate” e comunque virtuose. L’evento è stato anche occasione per riflettere sulla costituzione di una rete integrata che coinvolga anche l’Azienda Ospedaliera Pisana ed il privato accreditato con particolare riferimento alla modalità di gestione del passaggio ospedale-territorio.
“Abbiamo scelto di confrontarci proprio con le Regioni più virtuose – dice il dottor Federico Posteraro organizzatore dell’evento – perché consapevoli che, almeno in parte, il modello toscano non aveva nulla da invidiare a quello dei colleghi delle altre Regioni e le conclusioni dell’evento hanno confermato quanto previsto”.
La Toscana dispone quindi di un modello organizzativo efficiente ed è sufficiente migliorare la gestione in rete delle risorse disponibili per ottenere risultati ancora più soddisfacenti. A questo propositi è evidente che la riforma del Servizio sanitario regionale, che ha costituito le tre grandi Asl della Toscana, rende più semplice l’utilizzazione in rete delle risorse disponibili e qualche buon risultato è già visibile in particolare nell’abbattimento dei tempi di attesa per le persone colpite da ictus ricoverate nei reparti per acuti che devono accedere ai reparti di riabilitazione. E’ infine da segnalare che ci sono stati due interessanti contributi prettamente clinico-assistenziali e non solo organizzativi proposti dai due relatori più giovani e questo deve essere considerato un buon viatico per il futuro.