Seravezza, il comitato si appella al sindaco: “Non si riaprano le cave”

Cave a Seravezza, cresce la preoccupazione del comitato Monte Costa che ha scritto una lettera aperta al sindaco chiedendo nuovamente di non riattivare l’attività estrattiva.
“Nel mese di luglio 2017 ci avete presentato, già ben impacchettato e confezionato, il progetto di apertura della cava Sbasso Confine sperando che ci rendesse felici la ridicola compensazione che avremmo ottenuto noi cittadini di Seravezza e cioè l’impianto di illuminazione di accesso alla cava Barghetti. E’ sconfortante – si legge nella lettera aperta – vedere come un’amministrazione comunale, che dovrebbe tutelare in tutto e per tutto la salute dei propri cittadini, si comporti in maniera così passiva di fronte ad un problema così incidente e delicato: viene dato il consenso alla riapertura di tre siti estrattivi cessati da oltre vent’anni che daranno lavoro ad un numero meno che esiguo di persone ma che produrrà un disagio enorme per la cittadinanza di Seravezza in termini di sicurezza, di rumore, aumento del traffico pesante e delle polveri sottili, aggravamento delle lesioni già presenti nei fabbricati fronteggianti le vie pubbliche, ecc.. State mettendo in mano all’imprenditore di turno – come già avete concesso in altre sciagurate occasioni (vedi cava Trambiserra) – il nostro territorio, le nostre montagne, la nostra storia per offrirci in cambio cosa? Un giornaliero passaggio di mezzi pesanti che sono causa di polveri, rumori, disagi di ogni genere e disastro ambientale. E’ così che pensate di tutelare l’ambiente, la salute e gli interessi de cittadini? Siamo preoccupati – aggiungono i cittadini – perché ci assicurate che saranno intensificati i controlli ma poi non riuscite a spiegarci in che modo li farete visto che il numero di Vigili Urbani di cui disponete è, come da voi riferito, molto limitato. Siamo preoccupati perché affermate che 35 camion al giorno non avranno un impatto così importante quando però, per vostra stessa ammissione, non avete la minima idea del numero dei mezzi pesanti che già attraversano il paese (in questo periodo invernale, tanto per dare qualche dato, in via Marconi transitano in 12 ore circa 260 mezzi pesanti e non meno di 100 come credevate). Siamo preoccupati perché non avete svolto uno studio approfondito sulla reale pericolosità dei ravaneti del monte Costa né tanto meno sulle eventuali opere da attuare per la loro messa in sicurezza, qualora fossero necessarie, ma vi siete soltanto limitati ad acquisire relazioni tecniche presentate dall’imprenditore, e quindi di parte, che basa la sua principale attività sull’estrazione degli inerti, avendo evidentemente più a cuore la completa asportazione del pietrame dei ravaneti piuttosto che la nobile opera della messa in sicurezza dell’intera area soprastante il sito Unesco. Siamo preoccupati perché con grandissima enfasi sbandierate e rivendicate l’organizzazione di grandi eventi e manifestazioni che si sono tenute nell’area medicea e contemporaneamente affermate e giustificate che l’intervento di messa in sicurezza dei ravaneti delle cave del monte Costa – e quindi al di sopra di quell’area – è urgente perché il rischio di frana è al massimo livello. Allora viene da chiedersi: chi ha rilasciato l’autorizzazione circa la fattibilità di tali manifestazioni che hanno di fatto radunato migliaia di persone in una zona così pericolosa e a rischio di frana? Qualcosa evidentemente non torna . Siamo preoccupati perché non ci dimostrate la vostra preoccupazione sull’impatto che tali attività avranno nel contesto ambientale ma vi limitate a dire che il monte Costa è classificato dalla regione come area estrattiva e quindi non avete altro potere che controllare la correttezza e il completamento delle procedure per l’apertura di nuove attività estrattive. E questa frase, detta, letta e ripetuta fino alla nausea dal vicesindaco ci riempie di rabbia e sconforto: è mai possibile che un’Amministrazione Comunale sia così inerme e passiva in merito a decisioni che coinvolgono in maniera incisiva e determinante la salute e il benessere della cittadinanza che l’ha delegata a rappresentarla e tutelarla? Cosa ne è stato del termine lotta politica tanto in voga negli anni in cui la politica stessa si scriveva con la P maiuscola? Perché un sindaco non alza la voce imponendosi e combattendo nelle più alte sedi certe decisioni che contrastano con il bene della comunità che lo ha eletto, ma si limita a dire che deve portare a termine gli impegni presi dalla precedente amministrazione?