Viareggio, Carnevale sempre più sicuro grazie a Studio Sgrò






Più sicurezza al Carnevale di Viareggio. Il tutto grazie alla convenzione, fortemente voluta dallo Studio Sgrò, siglata a Viareggio dalla direzione regionale per la Toscana dell’Inail, dall’area ricerca di Pisa del Cnr, da Fondazione Carnevale e Comune di Viareggio.
A presentare il lungo e complesso lavoro preparatorio che ha portato alla convenzione e i suoi contenuti i rappresentanti dello studio di consulenza, Pasquale e Carmelo Sgrò, il vicesindaco Valter Alberici e l’assessora Sandra Mei, il direttore generale dell’Inail Toscana Giovanni Asaro e il responsabile dell’area ricerca del Cnr di Pisa Ottavio Zirilli, oltre alla presidente della Fondazione Carnevale, Marialina Marcucci e ai rappresentanti dei maestri carristi, principali beneficiari del protocollo.
Marialina Marcucci ha ricordato come grazie al protocollo il Carnevale di Viareggio diventerà “luogo pienamente sicuro con attività svolte a norma e in piena sicurezza”.
“Apriamo così – aggiunge il vicesindaco Alberici – una prospettiva nuova di forte innovazione per la prevenzione dai rischi e la salubrità dei luoghi di lavoro. Il Carnevale di Viareggio sarà un luogo dove si coniugano arte, cultura e salute. Una impostazione che penso possa servire anche ad altre realtà, per cui noi saremo un esperimento pilota. Un lavoro molto importante, quello che è stato fatto, che può riguardare complessivamente l’artigianato culturale”.
Il direttore generale Inail, Asaro, è soddisfatto della sigla della convenzione: “Siamo lieti di avviare il progetto – dice – e di fare prevenzione anche in questo settore. Siamo impegnati a 360 gradi e non possiamo trascurare nulla. Abbiamo verificato, infatti, che le politiche di prevenzione aiutano a migliorare una coscienza delle responsabilità connesse all’attività lavorativa. Questo, nel tempo, ha portato anche dei risultati come la diminuzione degli infortuni sul lavoro e dei morti. L’anno scorso gli incidenti sono stati 800 in meno in tutta la Toscana mentre i morti sono stati 72, un numero ancora elevato ma inferiore rispetto al passato”. “Non potevamo – prosegue Asaro – non intervenire anche in questo settore, cosa che ci permetterà di essere punto di riferimento per tutti i Carnevali d’Italia sui temi della sicurezza”.
Entusiasta per l’iniziativa anche il Cnr di Pisa: “La sicurezza – spiega Ottavio Zirilli – dobbiamo progettarla e ridurla a un rischio accettabile. Con questo lavoro, anche scientificamente, intercettiamo ogni tipologia di rischio in un settore, come quello del Carnevale, che è dinamico e in cui il numero di persone coinvolte è difficilmente prevedibile soprattutto durante i corsi. Ognuno di noi, comunque, è qui per ridurre a rischio accettabile ogni attività nell’ambito dell’artigianato artistico”.
Coniugare sicurezza con libertà artistica è stato l’obiettivo fondamentale del lavoro dello Studio Sgrò, che ha fortemente voluto iniziare a Viareggio questa sperimentazione, già presentata alla presidenza dell’Inail nazionale: “Sono contento – dice Carmelo Sgrò, dello studio omonimo – che Fondazione Carnevale, Cnr, Comune e Inail abbiano abbracciato la nostra idea di creare qualcosa di sartoriale per la produzione di carri allegorici, salvaguardando però la parte artistica. Abbiamo creato uno strumento che è adatto ad una attività unica. La nostra bravura è stata quella di riuscire nel coinvolgimento di tutti gli stakeholders per realizzare un prodotto che potesse calzare per tutti i carristi, con un percorso comune e condiviso accettabile per chiunque”. Due gli ambiti in cui si è lavorato nel particolare, quello dei rifiuti e quello degli ambienti di lavoro. Lo spiega Pasquale Sgrò: “Due degli elementi caratterizzanti il nostro lavoro – dice – sono lo stoccaggio dei rifiuti e la loro differenziazione e l’aspirazione nei luoghi di lavoro per rendere l’ambiente salubre durante le lavorazioni”. Il protocollo riguarda, in totale, circa un centinaio di lavoratori, che arrivano al migliaio con gli addetti al corso.
Per i carristi parla Alessandro Avanzini: “Questo mestiere è iniziato con materiali come legno, fil di ferro e qualche elemento meccanico. Negli anni, però, abbiamo auto una rivoluzione complessiva sia procedurale sia progettuale. Il Carnevale non è una manifestazione folkloristica che ricorda gli anni Trenta, ma una cosa che si evolve nel tempo anche dal punto di vista tecnico. E in questo senso ci sono due aspetti da tenere in considerazione: il cantiere e il corso in passeggiata. Questa convenzione ci permette di aprire un dialogo sincero, aperto e spontaneo, perché dobbiamo rispondere ai rischi, ma anche alle possibilità di investimento delle aziende artigianali. Il tutto con la volontà di rispondere alle regole, ma anche di mantenere un po’ di folia artistica”.
Sui materiali utilizzati non sfugge l’appello della presidente Marialina Marcucci: “Più volte – dice – sentiamo fare un richiamo alla cartapesta. Ma noi come Fondazione vogliamo spingere all’innovazione nell’utilizzo dei materiali perché il Carnevale rappresenti anche in questo senso uno spettacolo di libertà”.
Per un Carnevale che, primo in Italia, coniugherà sicurezza, innovazione e grande spettacolo.
Enrico Pace