
Una corsa verso il Senato con Pietrasanta e la Versilia nel cuore e nella testa. Ha parlato a lungo, quasi sempre di Pietrasanta l’ex sindaco Massimo Mallegni, oggi candidato al collegio uninominale Toscana 5 per il centro destra che comprende Lucca e Massa Carrara e capolista per Forza Italia nel listino proporzionale Toscana 1 che comprende Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato e Firenze.
“Io vorrei finalmente vedere la Rocca sistemata. In questi due anni e mezzo abbiamo sistemato le mura, iniziata la messa in sicurezza di Palazzo Guinigi, immaginato come sarà. Ma non basta. Servono 7 milioni di euro ed il comune non avrà mai le risorse necessarie nelle sue casse per fare tutto da solo. Con me in Parlamento però probabilmente avremo più chance di vedere questo sogno collettivo realizzato. Se hanno dato 800mila euro per un fortino che non esiste, non credo che incontreremo difficoltà ad ottenere i finanziamenti per la Rocca. Io ci credo – ha detto di fronte alla platea toccando punto per punto le priorità nazionali inserite nel programma elettorale – e continuerà a fare quello che facevo fino allo scorso settembre ma in veste di parlamentare. Da amministratore io sono famoso per essere il sindacato accattone perché ero insistente ed andavo a bussare a tutte le porte. Una nomea che mi rende orgoglioso perché questa capacità ha portato tanto alla città”.
“Penso – ha spiegato – ai 700mila euro per il completamento di un tratto della via di collegamento Pisanica che mancano e che ci impediscono di arrivare all’obiettivo. E’ stato faticoso, in questi anni, portare acqua al mulino”. Ed ancora: “Da sindaco però ti rendi conto che la tua capacità di incidere è debole e l’unico modo per dare continuità alla crescita della nostra città e della Versilia è contare di più. Non è un voto per Mallegni quello che i cittadini di questa terra daranno, è un voto nel loro interesse”. Ha scelto il chiostro di Sant’Agostino, luogo simbolo delle sue candidature a primo cittadino della Piccola Atene, il tre volte sindaco di Pietrasanta. Mallegni ha ricordato anche il momento delle dimissioni dello scorso 14 settembre: “Avrei potuto continuare a fare il sindaco ed attendere una interpretazione della legge, magari favorevole, una volta ottenuto il seggio. Ma non sarebbe stato serio ne leale. Ho lasciato perché a Pietrasanta e alla Versilia manca dai tempi di Leonetto Amadei e di Paolo Barsacchi, che porto nel cuore, rappresentanti in Parlamento presenti, pratici e concreti. La gente è purtroppo abituata alla politica dei desparesidos. Si fanno votare e poi spariscono per 4 anni e mezzo per tornare quando c’è da votare. E’ una pratica che non mi è mai appartenuta e chi mi conosce sa che sono sempre stato presente. Il mio impegno per la mia città non è mai finito anche quando non ero più sindaco. Oggi serve un impegno anche da parte della comunità che deve comprendere l’importanza di questo momento storico che può migliorare ancora la qualità della vita della nostra terra”.
Mallegni vuole portare in Parlamento l’esperienza del territorio e dell’amministratore locale: “Se vuoi cambiare un sistema lo devi conoscere e devi esserne stato parte dell’ingranaggio. Le difficoltà degli enti locali nei confronti dello stato centrale sono molte. Pietrasanta raccoglie 22 milioni di euro di Imu ma 8 milioni volano a Roma. Non possono spendere, non possono assumere a causa di vincoli messi da chi non conosce la macchina amministrativa. Gli amministratori che provengono dal territorio possono portare un contributo di efficienza e praticità al bisonte Stato”.
C’è stato spazio per parlare anche della Bolkestein: “se vuoi salvare le imprese non lo puoi fare da qui. Ed io ho fiducia. C’è grande volontà nel mettere mani con determinazione al sistema Stato che è invadente e burocratico. Non mi devono spiegare di cosa ha bisogno un comune per fare investimenti e fare girare l’economia locale”.
Se sarà eletto Mallegni vorrebbe vedere tanti amici davanti al Parlamento il giorno dell’insediamento: “Io non andrò da solo. Non è vero che uno vale uno. Io voglio rappresentare la mia gente’