
“Un aggiornamento e un sollecito” sull’adempimento della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale a dicembre, su iniziativa di M5S, per la chiusura immediata di cava Fornace di Montignoso e la bonifica del sito. Lo ha chiesto Giacomo Giannarelli, M5S, che ha così ottenuto, nel corso dei lavori in aula, la risposta dall’assessore Federica Fratoni. Quest’ultima ha rassicurato l’assemblea: “A differenza di quanto uscito sulla stampa”, ha detto, la giunta è convinta a rispondere non solo agli indirizzi del Consiglio regionale, ma anche a quelli di comuni e comunità territoriali, perché sia superato il punto di smaltimento di Cava Fornace.
Certo, ci sono nodi importanti da sciogliere. Un punto particolarmente delicato è quello dell’esame delle autorizzazioni: “Una volta rilasciate e non impugnate si traducono in diritti soggettivi dei singoli, delle imprese”, ha detto Fratoni, perciò “dobbiamo capire come possiamo ottemperare alla mozione senza esporre la Regione a risarcimenti milionari”.
Parallelamente si è proceduto ad attivare un tavolo con il comune di Prato, vari comuni in rappresentanza di soci e anche con i comuni versiliesi coinvolti: Montignoso e Pietrasanta, ma anche Forte dei Marmi e Seravezza, “che comunque subiscono l’effetto indotto dalla presenza della discarica”.
In particolare Fratoni ha citato due temi: le evidenze ambientali e le eccezioni sollevate da Arpat; e il lavoro fatto sulle polizze fideiussorie, che in parte non erano adeguate e che nei mesi scorsi sono state riviste.
“Se le autorizzazioni consentissero margini di intervento particolarmente ridotti – ha aggiunto l’assessore – si tratterà con i comuni della Versilia per condividere il percorso verso la chiusura. Tutti vorremmo chiudere l’impianto; bisogna vedere le reali possibilità”.