Pietrasanta, il candidato Neri incontra gli operatori del Pca

1 aprile 2018 | 07:34
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Pietrasanta, il candidato Neri incontra gli operatori del Pca

Si è svolto ieri mattina (31 marzo), all’ex mercato coperto di Pietrasanta, l’incontro tra il candidato alle prossime amministrative, Ettore Neri, e gli operatori e volontari del Pca. “All’interno della struttura – come ci spiega Valentina Torri, psicologa – si era appena terminato il banco alimentare Mangi chi ha fame, che è un’attività collaterale del Pca, svolta quindi dagli stessi utenti di questo progetto, che non ha come scopo solo quello di fornire alimenti ai meno abbienti, come fanno già molte associazioni e magari in maniera più organizzata della nostra, ma anche quello, altrettanto importante, di creare un’occasione socio-educativa per chi combatte contro le dipendenze. Nonostante si discuta di sopravvivenza del Pca, a partire dalle risorse necessarie per proseguirne l’attività, per finire con i problemi relativi alla sede, sono particolarmente entusiasta di quanto i cittadini, non solo di Pietrasanta, si siano affezionati a questo progetto e ci dimostrino con il loro costante impegno di volontari e con la partecipazione alle iniziative, quanto apprezzino i nostri sforzi”.

Al candidato Ettore Neri sono state esposte tutte le criticità che da troppo tempo stanno mettendo in ginocchio questa struttura, che al momento – come afferma il presidente Luca Bonci – “è una proiezione privata del Serd di Viareggio, nata inizialmente per occuparsi del recupero dei tossicodipendenti da sostanze quali l’eroina e, con il tempo, ha esteso il proprio intervento all’abuso di altre sostanze, come la cocaina, per la quale non esiste terapia farmacologica efficace, ed esiste un progetto pilota anche per la ludopatia. Da qualche anno la Regione Toscana ha dichiarato che le associazioni private non possono più occuparsi del recupero dei tossicodipendenti e il fatto di essere una proiezione privata del Serd è ciò che, fino a questo momento, anche se ‘a pezzi e bocconi’, ci ha fatto rimanere in vita. Noi abbiamo sempre cercato di restare sul territorio e non chiudere la struttura, nonostante i tagli, il ridimensionamento del personale, dei servizi e degli orari di somministrazione, ma il fatto è che se il Pca chiudesse davvero i battenti, ci sarebbero circa 160 utenti che verrebbero abbandonati a se stessi, sul territorio”. “Sì, perché un’ulteriore considerazione da fare è proprio questa – prende la parola Renzo Micheli dell’Usi –  il Pca non è una realtà solo pietrasantina, ma serve silenziosamente almeno tutti i Comuni della Versilia Storica, e questo invita ad un’ulteriore e più approfondita riflessione: il Pca è un microcosmo che, per certi aspetti, riproduce, in scala ridotta, ciò che succede in ambito sanitario a livello locale, regionale e nazionale, vale a dire, i tagli di personale e di risorse, operati dalle riforme, hanno favorito e accelerato la corsa alla privatizzazione, in questi anni, e da ciò non potevamo che attenderci un Servizio Sanitario in condizioni davvero critiche, come quello odierno”. “Per adesso – riprende il Presidente Luca Bonci – stiamo andando avanti con i finanziamenti recuperati dalle varie amministrazioni che si sono succedute, prima l’Amministrazione Lombardi, poi l’amministrazione Mallegni ma questo non può e non deve rappresentare la soluzione, serve piuttosto l’erogazione di un contributo strutturale e questo è ciò che ci auspichiamo  da un prossimo incontro con l’Asl, nel quale vorremmo discutere nuovamente i termini della convenzione”. “I risultati del Pca, purtroppo, non si vedono ad occhio nudo – prende la parola Francesca Nardini – quando tutto va bene, quando non ci sono persone che fanno uso di sostanze stupefacenti in giro per il paese, magari a delinquere, nessuno si accorge del lavoro di questa struttura, che comunque da delle risposte che altrimenti verrebbero negate, ma nel momento in cui venisse a mancare, dove andrebbero a finire le persone che stiamo assistendo? Verrebbe di nuovo aperto un servizio Asl destinato ad occuparsi delle dipendenze oppure questi soggetti sarebbero abbandonati a se stessi? Sono domande, queste, a cui è necessario dare quanto prima una risposta”.
Il candidato Ettore Neri ha sottolineato che “un Comune che svolge un lavoro dignitoso nel settore dei servizi sociali, dedica risorse pari circa al 12 – 14% del bilancio complessivo, che per il Comune è una cifra importante se valutata a fronte di quelle che, in gergo, vengono definite spese ingessate che sono quelle voci che nel bilancio sono sempre presenti e ricoprono la maggior parte delle uscite, ad esempio gli stipendi dei dipendenti, ma se dovessimo valutare queste risorse a fronte dei bisogni dei cittadini, in ambito sociale, non sono mai abbastanza, purtroppo. Le amministrazioni comunali – ha aggiunto Neri – si impegnano ad erogare servizi, in ambito sociale, poi è vero che ci sono realtà più sensibili, che si impegnano di più e ottengono risultati migliori e altre che non ottengono gli stessi risultati e che inevitabilmente porgono il fianco a chi intende giocare sporco per quanto riguarda il tema del bisogno, come se fosse un parametro da poter giudicare con la bilancia r, francamente, mi sottraggo volentieri a questo tipo di valutazioni, preferendo un approccio diverso tra l’amministrazione comunale e le associazioni che insistono sul territorio. È preferibile spostare l`attenzione su qualcosa di più costruttivo, vale a dire, fare sistema di rete. Per sistema di rete, intendo un collegamento tra le istituzioni e le associazioni che, come il Pca, svolgono un lavoro determinante nel proprio ambito e del quale sarebbe quasi impossibile fare a meno. In altre parole, vorrei integrare l’attività  sociale dell’ente pubblico, con quella condotta dalle associazioni, integrare, poi, il tessuto sociale del Comune di Pietrasanta con quello degli altri Comuni della Versilia Storica e, infine, integrare questo sistema vasto di tessuto sociale dei Comuni con il Sistema Sanitario. Nel caso del Pca il discorso integrazione è superato dal momento che si tratta solo di discutere con la Asl i termini di una convenzione già in essere e soltanto scaduta, ma è ovvio che sarebbe più opportuno discutere con la Asl, forti della presenza, alle proprie spalle, di tutti i Comuni della Versilia piuttosto che solo di Pietrasanta. E non solo in questo senso il sistema di rete vasto potrebbe tornarci utile. Affrontare le problematiche che, di volta in volta, si presentano attraverso il sistema integrato, in senso vasto, tra enti pubblici e associazioni, potrebbe risultare il modo più semplice e veloce di dare risposte ai cittadini che ne hanno bisogno, anche perché, è bene esser sinceri fin da subito, le amministrazioni comunali non riescono più a tenere in piedi, da sole, i servizi socio-sanitari”.
Era presente all`incontro anche una delegazione del Comitato Sanità pubblica Versilia e Comitato Sanità Versilia storica in quanto interessati direttamente dalle condizioni in cui si trovano, in generale, gli utenti del servizio sanitario, dopo le ultime riforme che hanno portato ad una forte contrazione delle risorse economiche e dei servizi. Luca Dinelli di Fials ha sollevato una questione pregnante e attinente invitando ad una riflessione: “Talvolta -ha detto – la combinazione dei concetti di area vasta e sussidiarietà fornisce più un alibi ad un ente per scaricare la responsabilità di una problematica su di un altro ente, piuttosto che dare delle risposte agli utenti, soprattutto in un periodo come questo, che dura ormai da anni, in cui risorse e servizi sono fortemente contratti. Per anni c´è stato detto che dovevamo risparmiare, e ci abbiamo creduto, ma possibile che dopo più di un decennio di rigore i conti sono peggiorati? Noi, al di là di quelle che sono le ideologie di partito, chiediamo a gran voce, e lo facciamo partendo dagli amministratori locali, che sia analizzata seriamente la bontà di quelle che sono state le ricette economiche adottate fino ad oggi, che i cittadini vengano aiutati a far comprendere, sia a livello regionale che nazionale, che ci sono una serie di servizi, indispensabili, che vanno finanziati anche in situazione di deficit economico. Ciò significa, tradotto in termini più semplici, che se al Pca servono soldi per curare i tossicodipendenti, vanno trovati, a meno che la Asl non abbia soluzioni alternative, se all`Ospedale manca personale questo deve essere assunto. Servono, insomma, persone che si prendono impegni concreti in tempi rapidi. Servono risposte immediate”.