Dal comitato un appello per ricostruire le giornate rosse del 1920

7 giugno 2018 | 06:52
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Dal comitato un appello per ricostruire le giornate rosse del 1920

Un appello per raccogliere notizie e testimonianze sulle Giornate Rosse del 1920. È quello che arriva da Andrea Genovali del comitato 2 maggio 1920.
“Le Giornate Rosse del 1920 – dice – rappresentano una pagina volutamente dimenticata della città. Ma dopo 98 anni finalmente, in quersto mese di maggio da poco trascorso, il consiglio comunale dietro proposta del Comitato 2 Maggio e di altre realtà viareggine fra le quali Officina Dada Boom, Fondazione Caprili e Viareggiok, ha approvato di inserire piazzetta 2 maggio 1920 nella toponomastica della città. Lo spazio si trova di fronte alla torre Matilde, altro simbolo prestigioso della città. Il motivo di questa lettera, però, è quello di chiedere agli abitanti di Viareggio se sono in possesso di testimonianze, ricordi, ricordi di familiari che hanno vissuto quelle giornate del maggio 1920 o se esistono ancora discendenti diretti di quegli antichi rivoltosi che possano dare il loro contributo alla ulteriore conoscenza di quei fatti. Insieme a Renato Gérard, nipote di Renato Gino Gérard, uno dei capi delle rivolta abbiamo ricostruito la vita di questo rivoltoso grazie ai suoi ricordi di famiglia e alle ricerche d’archivio. Sarebbe molto bello se si facessero avanti discendenti di altri protagonisti di quelle giornate. Nel libro Ali per sognare. Vita appassionata di un anarchico viareggino abbiamo ricostruito sia la vita di Renato Gino Gérard che di quella del suo fraterno amico, e anch’egli rivoltoso, Guerrino Fancelli che aveva una mescita di vino appena sceso il ponte girante”.

“Ecco chiediamo altre notizie – spiega Genovali – altre testimonianze se ancora esistono di quei fatti. Dal punto di vista storico il mio recente saggio storico (Fare come in Russia. Sembrava solo una partita di calcio, Red Star Press editore) ha analizzato e sviscerato tutte le fonti storiche esistenti e da questo punto di vista non credo ci siano altre cose da scoprire mentre, invece, dalle fonti orali, se pur ormai non dirette, potrebbero uscire fuori altri aspetti, altri anedoti eccetera. Per questo vi chiedo di scrivermi a andreagenovali@libero.it se potete fornire altre testimonianze. Fra poco meno di due anni sarà il centenario di quei fatti e per questo stiamo cercando di costruire una conoscenza storica di quel periodo poco conosciuto ma fondamentale per la vita sociale e politica della città nel secolo XX. Anche le scuole potrebbero e dovrebbero cercare di far conoscere ai ragazzi e alle ragazze della città quel pezzo di stora che affonda le radici nella più schietta tradizione di solidarietà e giustizia sociale del popolo viareggino. Speriamo che finalmente anche in questo campo qualcosa si muova”.