
Venerdì 13 luglio si svolgerà al Palazzo delle Muse a Viareggio a partire dalle 16,30 la Festa della cittadinanza universale. Un’intera giornata di performance itineranti, concerti spettacoli, video, arte e istallazioni visive dedicate al tema della cittadinanza e dell’accoglienza. L’iniziativa, ideata da Alessandro Garzella e Satyamo Hernandez è sostenuta dal Ministero dei bene e delle attività culturali, dalla Regione Toscana e dal Comune di Viareggio. La festa prevede la consegna di un documento simbolico che attesterà il riconoscimento dello status di cittadino universale: il passaporto di apolide multiculturale.
Nel documento, sarà specificata la dichiarazione: “Il portatore di questo passaporto con la presente chiede alle autorità competenti di permettere al cittadino universale sotto nominato di oltrepassare senza indugio né difficoltà ogni confine in terra, in cielo, in mare e, in caso di necessità, di garantire ogni aiuto e protezione. Il sottoscritto si impegna a comprendere e rispettare gli usi e costumi della cultura civile e religiosa nelle terre in cui gli sarà consentito mettere radici, riconoscendo pari dignità ad ogni essere. Quale apolide multiculturale la/il signora/signor si obbliga, per quanto gli sarà possibile, a migliorare la qualità di vita nella comunità che lo accoglie”.
Come emblema del Passaporto, il maestro Michelangelo Pistoletto, artista di fama mondiale, ha offerto un proprio segno artistico: il simbolo del Terzo Paradiso. Oltre a Pistoletto saranno presenti anche il vice sindaco di Viareggio, Valter Alberici; il giornalista e critico teatrale Andrea Porcheddu; il medico, coordinatore delle attività sanitarie nelle Isole Pelagie e protagonista del documentario Fuocoammare, Pietro Bartolo; la presidente della Robert Kennedy Foundation of Europe onlus e della Fondazione Carnevale di Viareggio, Marialina Marcucci; il sindaco del Comune di Ferla e rappresentante dell’Anci Sicilia Michelangelo Giansiracusa; il medico, antropologo, e ex direttore sanitario dell’ospedale torinese San Giovanni Vecchio, nonché presidente di Hum Med, Rete Euromediterranea per l’Umanizzazione della Medicina, Rossana Becarelli; il direttore scientifico della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani, Alessandra Belluomini Pucci; e i registi Alessandro Garzella e Satyamo Hernandez, entrambi direttori del Cantiere delle differenze.
Seguiranno all’incontro una azione teatrale di strada Il Sigillo, creata dal Cantiere delle Differenze, musica urbana con Anti-Hero, percussioni africane con Jean Louis Degrè (Awanè), spettacolo di danze africane Aposoubo a cura della compagnia Giga Ywassa diretta da Franck Alain Nahil, installazione di video arte a cura di Indiara Di Benedetto e Shawn Hernandez, e l’installazione visiva dal titolo Totem del Potere a cura di Desy Vanni.
“Il tema dell’immigrazione rappresenta un punto dolente nelle politiche di tante amministrazioni – ha detto Satyamo Hernandez – Solidarietà e chiusure, nelle coscienze dei cittadini, si mescolano, radicalizzando posizioni spesso superficiali e confuse. Nonostante le paure, giustificate o meno, la migrazione di popoli da un paese all’altro c’é, c’è sempre stata e sempre ci sarà. Le culture del mondo sono destinate ad incrociarsi e mescolarsi in misura sempre maggiore. Con un click si possono conoscere le nuove tendenze artistiche a New York, il nuovo sound musicale a Cape Town, o la spinta verso una nuova economia a Reykjavík. Il ragazzo seduto nel suo salotto in Mumbai chatta con un suo coetaneo in New Jersey; un film girato nelle strade di Tehran vince un prestigioso premio a Park City, nello stato dello Utah; un sopruso di potere commesso in mezzo alla giungla congolese infiamma un cittadino parigino, mentre da Brescia un giovane compra un videogioco a Tokyo e fa le moine ad una ragazza a Bogotà. La realtà contemporanea presenta forme di cittadinanza che, anche nel nostro paese, prefigurano presenze non catalogabili negli schemi convenzionali: gli immigrati di seconda o terza generazione, ma anche i ragazzi che studiano nelle università dei più disparati paesi del mondo, rappresentano istanze che fanno riferimento alla fisionomia e ai bisogni di un apolide multiculturale, ossia di un cittadino universale che, anche se a fatica, sta cercando di tracciare una nuova carta dei diritti e dei doveri”.