Andrea Bocelli apre il Festival Puccini

5 luglio 2018 | 09:17
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Andrea Bocelli apre il Festival Puccini

Sarà una grande festa della musica il concerto di inaugurazione del Festival Puccini 2018, domani (6 luglio) alle 21,15 che vedrà protagonisti il tenore toscano Andrea Bocelli, insignito nel 2017 del Premio Puccini, il baritono Alberto Gazale e l’Orchestra del Festival Puccini, guidati dalla bacchetta di Carlo Bernini, nell’interpretazione della Messa di gloria di Giacomo Puccini (sarà la seconda rappresentazione a Torre del Lago la prima nel 1974 nell’anniversario dei 50 anni dalla morte del Maestro) e nella seconda parte di un affascinante programma di Celebri arie d’opera da Puccini a Verdi a Bizet con interpreti i soprano Martina Serafin, Ivana Canovic e il basso Alessandro Guerzoni che saranno introdotti da Alfonso Signorini.

La Messa, l’unica composizione di Puccini per il genere sacro fu composta dal ventiduenne Giacomo Puccini come esercizio per il diploma all’Istituto musicale Pacini di Lucca dove fu eseguita per la prima volta il 12 luglio 1880. Puccini non pubblicò mai il manoscritto completo della Messa e, sebbene ben accolta all’epoca, non fu più eseguita fino al 1952.
“Amo particolarmente questa partitura – così Andrea Bocelli a proposito della Messa – sorta di ibrido che mescola la severità della scrittura accademica e devozionale con modelli espressivi melodrammatici. Un lavoro in bilico tra la liturgia cristiana e le tavole di una ribalta teatrale. Puccini, poco più che ventenne, nella sua Messa di Gloria dimostra di saper già come trattare le voci. Forse la sua inesperienza può rendere talvolta più ardui alcuni passi. La sua scrittura è complessa e presenta varie insidie”. Bocelli, arrivato al successo nel pop, coltiva sin da piccolo la passione per la musica e l’opera; furono i genitori ad incoraggiare il suo talento e già all’età di sei anni gli fanno studiare pianoforte intuendo quella che sarebbe stata la grande passione della sua vita: la musica. E Andrea non fa mistero della sua passione per l’opera e per Puccini: “Ho iniziato ad amare Puccini prima ancora di sapere leggere e scrivere – dice Bocelli -. Il primo titolo con cui venni a contatto fu La Bohème: scoprii l’aria Che gelida manina e fu una rivelazione. Sull’onda dell’entusiasmo, per ciò che di straordinario quella musica riusciva a trasmettermi, allargai le mie conoscenze pucciniane con le grandi arie della Tosca dapprima, della Turandot, poi. Mi affezionavo ai brani più noti, sognavo, costruivo storie impossibili in cui naturalmente io stesso ero l’eroe protagonista. Insomma, nutro una vera e propria devozione per questo immenso genio che è, tutt’oggi, mio invisibile compagno di giochi e di sogni (alla cui memoria mi rivolgo sempre con commossa riconoscenza). Il fatto che Giacomo Puccini, nato esattamente cent’anni prima di me, sia mio corregionale, non mi arroga il diritto di millantare chissà quale fratellanza. Però non nascondo che quel legame molto forte che Puccini percepisce con la Toscana (e che è il medesimo che io stesso provo) mi dà gioia e mi inorgoglisce”.
Il concerto nella seconda parte vedrà in palcoscenico con Andrea Bocelli e Alberto Gazale anche i soprano Martina Serafin, che sul palcoscenico di Puccini tornerà anche nel 2018 nei panni di Turandot e il soprano Ivana Canovic che invece per la prima volta vestirà a Torre del Lago i panni di Liù. Con loro il baritono Alberto Gazale e il basso Alessandro Guerzoni, guidati dalla bacchetta di Carlo Bernini in un avvincente programma di celebri arie d’opera tratte dai capolavori di Puccini, di Verdi e di Bizet.