Maleodoranze in Versilia, per Arpat sono i Comuni a doversi muovere

10 luglio 2018 | 14:05
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Maleodoranze in Versilia, per Arpat sono i Comuni a doversi muovere

Nei giorni scorsi, c’è stato un ampio dibattito animato da più parti, in merito al ruolo ed alle attività svolte dall’Arpat in relazione al ricorrente fenomeno delle maleodoranze in Versilia. L’agenzia di ricerca ha dunque voluto chiarire che il suo ruolo è solamente quello di supporto tecnico ai Comuni e alla polizia Municipale e che spetta quindi a questi organi procedere nell’individuare cause e soluzioni di questo problema.

“L’agenzia – si legge in una nota – assicura su tutto il territorio regionale un servizio di pronta disponibilità, con personale tecnico a disposizione h24 per 365 giorni all’anno, per interventi di emergenza ambientale. Arpat non è un ente di primo soccorso ma interviene con il proprio supporto tecnico a favore degli enti preposti, per le attività di intervento che rientrano nella propria sfera di competenza. Ormai dal 2014, gli enti (polizia municipale o altre forze operanti sul territorio) che ritengano necessario l’intervento di Arpat in pronta disponibilità, dopo una preliminare verifica della sussistenza della situazione in atto, possono telefonare alla sala operativa della Protezione civile di Firenze (che supporta Arpat, a livello regionale, per la gestione delle emergenze). La sala operativa procede quindi ad attivare gli operatori durante l’orario di servizio delle strutture o in regime di reperibilità, in orario notturno o festivo. Nel caso delle maleodoranze segnalate dai cittadini in Versilia, l’attività preliminare da parte della polizia municipale, che riferisce al sindaco, massima autorità sanitaria locale e quindi soggetto principale a cui spetta tutelare il benessere della popolazione, costituisce un compito imprescindibile di verifica delle segnalazioni ricevute, per garantire tempestività di intervento sul proprio territorio e, se necessario, l’attivazione degli operatori Arpat per le attività tecniche del caso”.
“Negli scorsi mesi – prosegue la nota – Arpat, sulla base dell’esperienza della scorsa estate si è fatta promotrice di incontri con i Comuni interessati al fine di ricercare modalità organizzative più efficienti per la gestione tempestiva di questa tipologia di segnalazioni, che interessano prevalentemente l’orario notturno e le prime ore del mattino e l’accertamento dell’origine dei cattivi odori nell’immediatezza dell’evento. Nel corso degli incontri era stato deciso che i Comuni interessati avrebbero chiesto un incontro al Prefetto per organizzare un coordinamento tra le polizie municipali dei Comuni stessi al fine di garantire il primo intervento, in particolare in orario notturno, nelle principali potenziali fonti odorigene dislocate sui diversi territori comunali. Arpat non è attualmente a conoscenza degli sviluppi di quanto deciso. Il dipartimento di Lucca sta, comunque, continuando a svolgere azioni di controllo sulle potenziali fonti odorigine di carattere industriale e di gestione di rifiuti presenti nella zona, proponendo anche alle autorità competenti i provvedimenti finalizzati a risolvere, o comunque, mitigare le problematiche in questione”.
“In merito alle risorse di personale disponibili – si legge ancora nella nota – attualmente il dipartimento di Lucca e la sua struttura afferente, dispongono complessivamente di dieci unità di personale per attività di controllo sull’intero territorio provinciale e su tutte le matrici ambientali. Tale situazione deriva dalla progressiva diminuzione del personale dell’agenzia, ormai in atto da diversi anni, e dalla impossibilità stanti le disposizioni normative che non lo consentono di reintegrare l’organico necessario”.
“In ogni caso – concludono dall’ente – alla problematica dei cattivi odori in Versilia, data la sua particolare rilevanza sociale, Arpat ritiene di aver destinato rilevanti risorse rispetto a quanto sarebbe congruo sulla base di una distribuzione equilibrata delle attività sul territorio. L’Agenzia ribadisce, comunque, la propria consueta disponibilità a collaborare alla gestione dei problemi in questione, ma in un quadro organizzativo che preveda il concorso di tutti gli enti che sul territorio hanno competenza sulla tutela della salute pubblica e dell’ambiente, garantendo così un migliore, e ottimale, utilizzo delle risorse umane tecnico-specialistiche dell’agenzia stessa”.