Cava Fornace, Comune di Forte e Regione: “Chiusura immediata”

12 luglio 2018 | 14:04
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Cava Fornace, Comune di Forte e Regione: “Chiusura immediata”

Un no deciso al proseguimento dell’attività di Cava Fornace è arrivato ieri (11 luglio) dall’amministrazione comunale di Forte dei Marmi, insieme alla Commissione consiliare del Comune di Montignoso e ai comitati che si oppongono alla discarica, ricevuti dalla quarta commissione della Regione Toscana.

“Nonostante siano state deliberati più atti – si legge in un comunicato del Comune – nei quali si chiedeva la chiusura e la bonifica del sito (il consiglio comunale di Forte dei Marmi in data 24 luglio 2017 e successivamente anche i Comuni di Pietrasanta, Seravezza e Montignoso) e lo stesso Consiglio regionale a dicembre 2017 aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno nel quale si chiedeva alla giunta regionale di procedere ‘al più presto possibile’ alla chiusura della discarica, nulla è stato fatto. Anzi – si legge ancora nel comunicato – l’assessorato regionale sta portando avanti una ipotesi di autorizzazione ad aumentare il conferimento fino 98 metri sul livello del mare”.
“Abbiamo ribadito in Commissione, insieme agli altri soggetti intervenuti, la nostra grave preoccupazione – sottolineano il primo cittadino Murzi e l’assessore Ghiselli – per la situazione che ogni giorno di più rischia di mettere a repentaglio la salute della popolazione e di tutto il territorio su cui incide la Cava Fornace, per non parlare in caso di eventi sismici, di quello che in maniera esponenziale potrebbe portare lo smottamento della faglia in essere, con tragiche conseguenze di contaminazione della acque fino al mare. Prima di tutto pensiamo alla salute dei nostri abitanti ma non ci scordiamo che siamo anche Comuni che vivono prevalentemente di Turismo e dobbiamo anche salvaguardare le nostre terre come fonte di economia”.
Attualmente come spiegano, è stata infatti quasi raggiunta la soglia massima della prima fase consentita, quella dei 43 metri sul livello del mare. Durante l’audizione, l’amministrazione comunale di Forte dei Marmi, insieme a tutti coloro che lottano per la chiusura della Cava hanno fatto presente che raggiunta quota + 43 metri per un eventuale avvio delle altre fasi, sarebbe necessario fare verifiche molto approfondite sugli sforamenti di alcuni parametri rilevati da Arpat ( triclorometano e mercurio, e anche altri elementi pericolosi), nonché l’attivazione della procedura per di una nuova valutazione di impatto ambientale.
Contestualmente in audizione è stata evidenziata la ‘discrasia’ tra la volontà politica espressa dal consiglio regionale e le procedure seguite dall’assessorato regionale, tanto da richiedere un intervento del presidente del consiglio regionale Giani per il rispetto della volontà del Consiglio stesso.
“L’auspicio dell’amministrazione comunale di Forte dei Marmi – conclude la nota del Comune – è che si arrivi a brevissimo alla chiusura e bonifica della discarica, non ritenendo che ci possa essere nessuna giustificazione economica di sorta che continui a mantenere in essere una discarica dannosa per la salute dei cittadini”. 
Non si fanno attendere nemmeno le preoccupazioni del consiglio regionale che rinnova la richiesta di una Via ex post (Valutazione d’impatto ambientale) e una nuova Aia (Autorizzazione integrata ambientale) con l’integrazione del parere obbligatorio igienico sanitario che certifichi, al di là di ogni dubbio e in piena trasparenza, che l’impianto può ancora operare nel totale rispetto di norme e regole ambientali vigenti. Da tutti è arrivata chiara anche la richiesta di un ‘comportamento lineare’ e ‘nel rispetto di volontà politiche già espresse’ tanto da parte del Consiglio regionale che dalle amministrazioni locali.  
“Sentite le voci del territorio, procederemo a incontrare l’assessore – ha spiegato Stefano Baccelli (Pd) – Allora tireremo le somme e valuteremo contenuti e indirizzi di un nuovo atto politico”. “La discrasia tra la volontà politica espressa a più livelli e vicende autorizzative non propriamente coerenti è evidente”.  
Anche il vicepresidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5S) stigmatizza il mancato seguito ad atti votati dal Consiglio regionale: “Ci sono doveri da rispettare che non afferiscono solo alla sfera politica, ma fanno parte del diritto” e nel ricordare “interessi pubblici del Comune di Prato”, si dice contrario ad avallare un “mero interesse economico che sta di fatto bloccando la volontà di sindaci e cittadini”. Il vicepresidente chiede poi che la registrazione della seduta e gli atti portati da amministratori e cittadini vengano inviati alla Procura di Genova e di Massa e si dice disponibile a farlo lui stesso in qualità di presidente della ‘commissione d’inchiesta su discariche sotto sequestro e ciclo rifiuti in Toscana’. La situazione è definita “abbastanza paradossale” dal capogruppo Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori: “Oggi ci chiedono di esprimere una volontà politica che abbiamo già ampiamente affermato. La situazione è fuori controllo”, dichiara commentando che il sito “era ed è evidentemente non idoneo”. La capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, chiede invece un intervento diretto del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani: “È il presidente di tutti. Deve fare pressione perché sia fatta la nota di attuazione della mozione sulla discarica, ma anche su altri atti votati cui non è stato dato seguito”.