Consorzio di Bonifica, la minoranza: “Investire in prevenzione”

“Puntualmente si aspetta che diventi un’emergenza, puntualmente arrivano le proteste di cittadini, ambientalisti, operatori turistici, cui fa seguito la richiesta di rimozione da parte di Comuni e Arpat, puntualmente arriva il consorzio di bonifica con funzioni di spazzino”. Così gli esponenti di minoranza in seno all’assemblea del Consorzio di bonifica 1 Toscana nord in merito agli interventi di emergenza resisi necessari nei giorni scorsi sul fosso dell’Abate in Versilia (leggi). Fortunato Angelini, Pietro Casali e Rolando Guidi condannano l’intervento tardivo dell’ente, auspicando per il futuro che si investa di più in prevenzione e che non si debba sempre intervenire in una situazione di emergenza.
“A nostro avviso – proseguono i tre – va invertito il processo d’intervento del Consorzio di bonifica, ente gestore dei corsi d’acqua: essendo il massimo responsabile deve prendere in mano la situazione fin dall’origine, evitando di spendere eccesive risorse per curare solamente i sintomi. Bisogna invece provvedere a rimuovere e far rimuovere le cause responsabili delle fioriture algali, coinvolgendo gli enti preposti, mettendo in campo professionalità per studiare le cause, ottenendo risparmi, migliore qualità della vita nei fossi, maggiore decoro, rispetto dell’ambiente, evitando il ripetersi di polemiche e sceneggiate e rimpalli ogni anno”.
“Ci chiediamo – concludono – cosa sarebbe accaduto alla balneazione se una piena avesse riversato in mare le alghe del fiume di Camaiore, oppure se ci fosse stata una copiosa moria di pesci nella fossa della Farabola o altro corso d’acqua con recapito a mare?”.