Da Salvini a Di Maio, Scanzi ‘contro’ tutti alla Versiliana

E’ andata in scena sabato scorso (1 settembre) la prima nazionale di Salvimaio, il nuovo show teatrale di Andrea Scanzi che da metà ottobre girerà in tutta Italia.
Nel consueto appuntamento verisiliano della Festa del Fatto, la kermesse del noto quotidiano organizzata da otto anni a questa parte il primo weekend di settembre al Parco della Versiliana, ha fatto tappa anche il nuovo show Andrea Scanzi.
Il noto giornalista del Fatto Quotidiano si è presentato quest’anno in una veste inedita superando i panni di cronista per vestire quelli di intrattenitore scenico. E così dopo Renzusconi e Terza Repubblica, ecco Salvimaio questo il nome scelto per lo spettacolo politico-giornalistico in tournee da metà ottobre in tutta Italia. Con l’apertura del sipario sulle note di Bitter Sweet Symphony si è quindi aperto il lungo monologo, oltre 1 ora e mezza, con cui il giornalista ha tentato di affrescare la situazione politica contingente. “Di solito quando si parla di politica bisognerebbe essere sicuri di sé e avere punti fermi mentre io in questo periodo ho molti dubbi e perplessità – ha esordito Scanzi –. Una volta era più facile capire da che parte stare, con il Renzusconi (questa la crasi semantica artatamente creata dal giornalista per accumunare le politiche degli ex premier Renzi e Berlusconi, ndr) io e tanti altri capivamo bene a cosa opporci, adesso invece è tutto molto più complicato da capire con il Salvimaio. Voi che ne pensate di questi primi tre mesi di governo Conte?”. Qui lo Scanzi ha coinvolto il pubblico chiedendo applaudire in base al livello di gradimento personale sull’operato del presente governo. Alla contrastante risposta del pubblico, applausi scroscianti e fischi, è quindi seguito un excursus sempre a metà strada tra il satirico e il giornalistico-informativo, sulle personalità che animano la presente compagine di governo: “Nel così detto governo del cambiamento ci sono ministri rivoluzionari, ministri mostri e ministri tranquillizzanti – ha proseguito il giornalista – la Lezzi (ministro del sud, ndr) fa senza dubbio parte del primo, abbiamo potuto avere un assaggio del suo temperamento nell’accesa discussione che ha avuto davanti alle telecamere con Emiliano: si è praticamente mangiato vivo il governatore della Puglia. Per la categoria mostri abbiamo invece il ministro Fontana, uno che sarebbe stato retrogrado anche all’epoca in cui venivano bruciate le streghe”. “E poi ci sono i ministri tranquillizzanti, o tranquillanti che dir si voglia – continua Scanzi – Giovanni Tria ad esempio, tranquillizzante ma vero ago della bilancia, in realtà, di questo esecutivo”. Non sono state poche poi le critiche apertamente dirette al ministro dell’interno Salvini: “I clandestini bisogna riportarli indietro e scaricarli sulle spiagge, con una bella pacca sulla spalla, un sacchetto di noccioline e un gelato, ha testualmente dichiarato qualche mese fa Salvini – continua ancora Scanzi – e non so se ripensando a queste parole mi fa più schifo o più paura uno così, e nel dubbio penso che mi susciti entrambe le cose, mi fa sia schifo che paura”. Prima della conclusione l’intrattenitore giornalista Scanzi non ha lesinato critiche neanche all’opposizione e in particolare a coloro che vorrebbero rappresentare la nuova sinistra. “Cuperlo, Zingaretti, Emiliano, Boldrini, ma veramente vogliamo credere che la sinistra debba ripartire da questi qua? – ha proseguito ancora Scanzi –. Martina si è pure vestito come Dylan Dog, camicia rossa e giacca nera e se ci pensate davvero si assomigliano. Pensate che il primo numero di Dylang Dog è L’alba dei morti viventi: ecco che adesso la somiglianza sarà ancor più chiara”. Nel complesso uno spettacolo ben scritto quello di Scanzi; uno show efficace e riuscito ma senza dubbio perfezionabile. E’ la plasticità legata all’evento del giorno forse l’arma a doppio taglio di spettacoli come Salvimaio ed è in questo che si possono ritrovare alcune lacune ancora da colmare per incrementare il quid meramente artistico di cui talvolta lo spettacolo difetta. Anche se perfettibile, nel monologo prevale comunque la pregevole abilità di linguaggio, l’arte della parola magistralmente esercitata dal giornalista-performer per tutti i novanta minuti di spettacolo. “Quando vi chiedete allora che cosa è possibile fare per questa politica, per questo nostro disgraziato paese, rispondetevi pensando a Indro Montanelli – e a questa citazione Scanzi ha affidato l’epilogo della serata –: un giovane un giorno chiese a Montanelli che cosa fare per migliorare l’Italia, lui allora rispose che la battaglia più bella e più nobile da poter compiere non è contro qualcuno o qualcosa, ma è quella davanti allo specchio, solo così – ha concluso Scanzi – seguendo questo insegnamento, potremo essere veramente orgogliosi di ciò che siamo, solo così potrà davvero migliorare la società in cui tutti viviamo”.
Matteo Petri