Museo Mitoraj, Simoni: “A Orsucci consiglio di rivedere le mie battaglie”

Non si placa la polemica sul museo Mitoraj di Pietrasanta. Dopo che il segretario comunale del Pd Antonio Orsucci ha accusato Massimiliano Simoni di non aver gestito al meglio le proprie mansioni e di aver reso Pietrasanta “una piccola cattedrale nel deserto”, non si fa attendere la risposta dell’e direttore artistico della Versiliana, che scrive: “Silenzio su tutta la linea dell’amministrazione Giovannetti e mai una parola sulla gestione passata della Fondazione Versiliana – scrive Simoni – Mi si accusa oggi di una gestione poco professionale della Fondazione stessa dimostrando neppure di sapere che la gestione non era cosa mia facendo il semplice direttore artistico. Capisco che nel consiglio di gestione ci fosse una consigliere di stretta osservanza Pd/Pci, renziana di ferro (Maria Antonietta Di Benedetto) con il marito senatore (Gutgeld) e consulente economico dello stesso Renzi e che l’avvocato della stessa Fondazione fosse lo stesso avvocato fiorentino tanto amato dall’ex premier (Bianchi): sarebbe stato poco igienico sollevare problemi, ma che almeno si risparmi ora questo ridicolo e tardivo attacco. Se avessi avuto io la gestione mai mi sarei avvalso di certe professionalità di apparato”.
“Oggi – continua Simoni – è risaputo che essere trasversali va di moda. Ne è recente prova l’affidamento, da parte della nuova gestione della Fondazione Versiliana, della stagione invernale del teatro comunale alla Fondazione Toscana spettacolo, apparato di stretta ortodossia comunista. Si vede che il problema per il Pd pietrasantino è Simoni, ormai una vera ossessione, e non fare corretta opposizione all’amministrazione Mallegni/Giovannetti svolgendo una puntuale azione politica di territorio. Capisco anche che le vicende nazionali, che vedono sempre più il Pd renziano strizzare l’occhio a Berlusconi e quindi alla sua creatura Forza Italia, pongono ulteriori imbarazzi. La mia posizione sull’uomo Mitoraj è nota fin dai tempi del mio assessorato alla cultura (2000-2005), quindi con l’artista in vita, dove continui sono state le mie rimostranze verso una persona che con il suo staff intendeva monopolizzare una Città (Mitoraj arrivò addirittura a proporsi al Sindaco al posto mio). Il timore reverenziale dimostrato nell’ordine dai sindaci, Nicolai, Mallegni, Lombardi, era sconcertante e disarmante: tutto gli era concesso evitando un qualsiasi confronto con la città (vedi Lunetta). Io sono sempre stato l’unico amministratore che, senza mai esprimere un giudizio di natura artistica (l’hanno fatto bene altri per me), ha cercato di porre un argine allo strapotere ingiusto verso tutti i grandi artisti che onoravano e onorano Pietrasanta con l’opera e la presenza. Il pensiero che aveva su di me Mitoraj è noto e mai ha mancato di esprimerlo in forma violenta su giornali e tv anche nazionali (Rai 1, giugno 2008), ero l’unico, ripeto che provava a contenerlo. Un esempio su tutti: i famosi Icari del Gran teatro Puccini di Torre del Lago. Allora (agosto 2008), come neopresidente del Festival del Pucciniano dissi che non avrei mai pagato 160mila euro per due opere che a mio avviso dovevano essere donate alla comunità e non pagate dal pubblico, e che non m’importava se in gran fretta erano già state collocate per l’inaugurazione del nuovo Teatro (giugno 2008), guarda caso con Nicolai Presidente uscente (si voleva addirittura chiamarlo Gran Teatro Igor Mitoraj in barba allo stesso Puccini). Allora non ero contrario alla collocazione delle opere, ma al loro acquisto con denari pubblici (e per questo le feci smontare e rimandare al mittente che non intendeva donarle), oggi non sono contrario – spiega – e lo avevo già detto a mezzo stampa nel maggio 2015, ad un Museo Mitoraj pagato in toto dalla Fondazione omonima o da aventi titolo o merito, con il supporto naturale del Comune (logistico e amministrativo). Sono contrario ad una struttura pagata con soldi pubblici (Ministero e Comune) destinata alla celebrazione di un unico soggetto. Con i soldi pubblici si fanno cose pubbliche e diffuse, quindi sì al Museo di arte contemporanea della Piccola Atene e no a quello della Piccola Mitoraj. Al giovane Orsucci – conclude – consiglio anche di andarsi a rivedere la mia battaglia sulle sculture ‘donate’ a pagamento negli 1993-2000 e collocate nei punti strategici della città. Negli anni del mio assessorato (2000-2005), ogni scultura collocata dal Comune è stata donata a costo zero alla comunità, fatta eccezione per l’opera di Cascella (buoi carratori difronte al Comune) dove pagammo all’artista il solo lavoro svolto dal laboratorio artigianale con cui collaborava (Studio Angeli), e da quel che mi risulta anche le successive degli anni 2006-2010 hanno seguito la stessa logica. Del 2011-2018 non so, bisogna chiedere ad altri”.