A Pietrasanta una mostra sull’arte giapponese degli “Etegami”

La Torre di Pisa e Pinocchio sono i simboli dell’Italia per i bambini giapponesi. Una mostra lo racconta attraverso gli “etegami”, cartoline postali illustrate a mano con tecniche che rimandano alla tradizione manga e ai fumetti del sol levante, sulle quale migliaia di bambini giapponesi hanno disegnato l’Italia secondo la loro fantasia. Dopo essere stati esposti a Tokyo ed in vari musei italiani la selezione di etegami sarà visitabile a Pietrasanta fino al 24 novembre, nell’atrio del Municipio dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 con ingresso libero.
Organizzata dal Comune di Pietrasanta in collaborazione con la Fondazione Italia Giappone, la colorata e curiosa esposizione è stata inaugurata dal sindaco Alberto Giovannetti, dall’assessore ai beni e alle attività culturali Massimo Mallegni, dall’assessore alla pubblica istruzione Francesca Bresciani e dell’associazionismo Andrea Cosci, dal direttore della Fondazione Italia Giappone Umberto Donati e dal vice presidente del Consiglio comunale, Antonio Tognini. Presenti anche l’artista giapponese Kan Yasuda e l’architetto Tiziano Lera.
L’etegami è uno degli approcci più popolari e amati, che consiste nel disegnare immagini semplici corredate da messaggi brevi e sentiti, utilizzando inchiostro nero per definire contorni e scritte, ed acquerelli colorati per realizzare le campiture. Se anche non tutte le cartoline inviate dai bimbi giapponesi sono state create seguendo questo stile espressivo, tutte si sono ispirate ai principi cardine dell’etegami, fissati negli anni Sessanta da Kunio Koike. Studente di shodo (la Via della Scrittura), egli volle individuare una modalità espressiva più spontanea, personale ed accessibile di quanto non fosse la disciplina della calligrafia tradizionale. Per questo ideò un approccio la cui filosofia era racchiusa nel motto “Heta de ii, heta ga ii”, cioè “Se non sei bravo va bene, se non sei bravo è meglio”.
Intento dell’etegami fu quindi quello di valorizzare, indipendentemente dal grado di abilità artistica, il contenuto di affetto rivolto al destinatario della cartolina, incoraggiando così generazioni di giapponesi che desideravano avvicinarsi ai pennelli ma che non si sentivano sufficientemente talentuosi per farlo.