Il mondo che vorrei: “A Roma ci è stato impedito di manifestare per la giustizia, è avvilente”

26 gennaio 2019 | 20:13
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Il mondo che vorrei: “A Roma ci è stato impedito di manifestare per la giustizia, è avvilente”

“Volevamo augurare Buona giustizia esponendo gli striscioni dei nostri cari insieme a quelli di molti comitati delle stragi italiane, volevamo farlo davanti al palazzo di Giustizia a Roma, non nell’area interdetta, ma nelle vie adiacenti. Tutto ciò ci è stato impedito, purtroppo proprio da chi dovrebbe difenderci e invece fa schierare i suoi uomini per impedire di accedere ad un luogo pubblico non interdetto”. Lo scrive Marco Piagentini, presidente del’associazione Il Mondo che vorrei onlus, che raggruppa i familiari delle 32 vittime della strage del 29 giugno 2009 a Viareggio su quanto successo a Roma dove l’associazione si era recata per manifestare al palazzo di giustizia nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Dopo aver ricordato che erano state date le comunicazioni necessarie e che gli “scopi era totalmente pacifici”, Piacentini aggiunge che “la giustizia e la verità escono sconfitte con quei
gesti: con quel muro umano – dice riferendosi allo schieramento di forze dell’ordine – ci hanno voluto sottolineare quanto la sincerità e la correttezza non sono apprezzate”. “Abbiamo assistito a telefonate (ingannevoli e fasulle nei nostri confronti) verso responsabili alla ricerca di un permesso che concedesse il benestare, ma che alla fine erano solo paraventi per impedire al  Comitato nazionale di esprimersi e di manifestare nel luogo prescelto e concordato”, aggiunge.
Secondo il presidente de Il mondo che vorrei, “è difficile capire, si rimane interdetti, di fronte a chi preposto all”rdine con i modi e i gesti usati oggi ti dice chiaramente che essere sinceri non si ottiene nulla. È veramente avvilente”, e spingerebbe verso comportamenti scorretti “verso quell’area grigia nella quale noi non vogliamo scivolare e che non ci appartiene”. “Noi continueremo a credere e soprattutto a pretendere una Giustizia con la G maiuscola per i nostri cari, ma anche per chi come voi, tolta la divisa torna ad essere padre e madre”, conclude la nota di Piagentini.