Viareggio, Alberici: “Memoria è salvare persone in mare”

“Le persone in mare si salvano: anche questo è fare Memoria”. Sono le parole che il vicesindaco di Viareggio Valter Alberici ha pronunciato stamani (27 gennaio) in occasione della commemorazione del giorno della memoria. Una frase che non ha mancato di suscitare polemiche nell’opposizione.
A fare gli onori di casa all’iniziativa commemorativa è stata Paola Gifuni, presidente del Consiglio comunale. Dopo i saluti istituzionali dell’amministrazione, sono intervenuti Luca Coccoli per Anpi, Paolo Molco rappresentante della comunità ebraica di Viareggio che ha recitato una preghiera in ricordo delle vittime della Shoah. Successivamente ha preso la parola Sultana Razon Veronesi, che ha portato la propria testimonianza di deportata bambina.
Nata a Milano nell’agosto 1932, di famiglia ebraica, Sultana Razon Veronesi è stata nei campi di concentramento e al confino dal 1941 al 1944 in Italia e dal 1944 al 1945 in un campo di concentramento tedesco a Bergen Belsen, dove morì Anna Frank e con lei milioni di altre persone.
“Oggi – ha detto Alberici – ricorre il Giorno della Memoria: una data simbolo. La data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Si ricorda la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Una data istituita dalla Repubblica Italiana nel 2000: 5 anni prima della risoluzione del 2005 delle Nazioni Unite. Italiani brava gente, si dice. Eppure – aggiunge Alberici – un sondaggio uscito in questi giorni rivela che il 10% degli italiani giustifica in qualche modo la persecuzione e il genocidio degli ebrei, mentre il 13% non è in grado di prendere una decisione a riguardo. Solo il 2% dei ragazzi tra i 16 e i 18 anni ha letto un libro sull’argomento. In sostanza, siamo qui oggi – credo tutti – con la consapevolezza di vivere un momento storico particolare, nel quale i movimenti estremisti vanno a braccetto col populismo più becero. Perseguitare, discriminare è divenuto un atto di liberazione dall’oppressione: quindi comunemente accettabile. ‘Io non sono razzista ma…’. Siamo qui con la questione razzismo ritornata a dare forma al linguaggio contemporaneo: prima gli italiani. Nelle librerie si rispolverano i vari Mein Kumpf, i calendari del duce vanno a ruba nelle edicole, motti e modi di dire che credevamo sepolti tornano sui muri tra i graffiti dei ragazzi affiorando da una storia che colpevolmente abbiamo dipinto troppo lontana. E se è vero, come credo, che le parole abbiano il potere di produrre trasformazioni e cambiamenti, esiste una precisa responsabilità di chi continua a frequentare pericolosi confini linguistici, coltivando l’odio e il rancore. A maggior ragione se ciò avviene tra le massime istituzioni dello Stato. Tuttavia, siamo qui insieme, per fare Memoria. Cos’è la memoria? Leggo da wikipedia: ‘E’ la capacità del cervello di conservare informazioni: presente, a vari livelli, in tutti gli esseri animali, la sua importanza primaria sta nel fatto che non esiste alcun tipo di azione o condotta senza memoria’. Ormai quasi 100 anni fa, ‘idee malsane – e, in verità, nemmeno particolarmente originali – professate da un uomo mediocre e perverso, che credeva nella superiorità razziale, avevano fatto breccia nel cuore della progredita Mitteleuropa. Avevano, via via, tramutato tanti padri e madri di famiglia in spettatori indifferenti, in apostoli dell’odio. Mai prima di allora tanti bambini e tante famiglie sono stati uccisi da tanti uomini, uomini spesso istruiti, colti, che continuavano a sorridere, a vivere, come se si trovassero in piena normalità, a giocare con i propri figli. Bambini uguali, in tutto e per tutto, tranne che nella fortuna, a quelli che, in braccio alle loro madri disperate, morivano asfissiati nel buio delle camere a gas’. Questo brano è tratto dal discorso del presidente Mattarella e condensa in poche righe la tragedia umana della Shoah. ‘E’ allarmante, continua il presidente, ‘che tutto questo rischi di appannarsi, in Europa, nella sensibilità comune e nell’agenda di alcuni governi'”..
“Abbiamo ancora negli occhi l’ultima tragedia avvenuta nel nostro mare – ha concluso Alberici -, abbiamo nelle orecchie le grida dei disperati e delle onde: sui nostri social i messaggi affannati delle Ong, moderno diario che troppo spesso scandisce le ore di una condanna a morte. Come le pareti graffiate delle camere a gas, se non scuoteranno oggi le coscienze serviranno tragicamente un giorno da testimonianza”. Poi è stata data lettura di uno stralcio di una poesia composta da Sergio Guttilla, un capo scout: “Se fosse tuo figlio riempiresti il mare di navi di qualsiasi bandiera. Vorresti che tutte insieme a milioni facessero da ponte per farlo passare. Premuroso, non lo lasceresti mai da solo faresti ombra per non far bruciare i suoi occhi, lo copriresti per non farlo bagnare dagli schizzi d’acqua salata. Se fosse tuo figlio ti getteresti in mare, te la prenderesti con il pescatore che non presta la barca, urleresti per chiedere aiuto, busseresti alle porte dei governi per rivendicare la vita. Se fosse tuo figlio oggi saresti a lutto, anche a rischio di odiare il mondo, i porti pieni di navi attraccate e chi le tiene ferme e lontane e chi, nel frattempo sostituisce le urla con acqua di mare. Le persone in mare si salvano – conclude Alberici -: anche questo è fare Memoria”.
“Come si fa a ricordare 6milioni di morti. Non è facile – ha ammesso invece Paolo Molco, della comunità ebraica -. Il tuo compagno di banco che non c’è più, il tuo professore che viene a mancare, il tuo vicino di casa scappato. La libreria alla quale eri affezionato, chiusa. Per gli ebrei era sempre più difficile – ha sottolineato commosso Paolo Molco -. Hitler nel 1938 diceva ‘Chi aiuta gli ebrei odia la Germania’. Siamo lontani da queste cose? Io direi di no. Malgrado tutto ho fiducia nei nostro ragazzi che sono molto più sensibili di noi ad aiutare, a prendere la mano uno diverso. Concluderei con una sola parola: Shalom, pace”.
“Primo Levi ha scritto: ‘È accaduto, quindi può accadere ancora… – così ha esordito Luca Coccoli dell’Anpi-. Ai giorni nostri si tornano a sentire frasi e parole che credevamo appartenessero per sempre a un passato buio. Nessun italiano degli anni 30-40 si può definire innocente: non solo chi denunciava gli ebrei ma anche chi non faceva niente per aiutarli, anche lui è stato colpevole. Così oggi ogni volta che sentiamo commenti razzisti xenofobi e stiamo zitti, anche noi siamo colpevoli. Sono certo che questo periodo buio che di nuovo stiamo vivendo tra 20-30 anni sarà solo un brutto ricordo. Spero allora che non succeda che qui, tra altri 70 anni si torni a fare memoria di quando 140 anni prima l’Armata Rossa liberò il campo di Auschwitz e dopo 70 anni si lasciarono morire affogati a migliaia nel Mediterraneo, a centinaia di migliaia nei lager libici e nel deserto. Allora si chiederanno ‘come è stato possibile?’ e ‘cosa avete fatto e cosa e perché, non avete fatto voi?'”.
“Una speranza c’è però – ha proseguito -: circa 70 anni fa i popoli europei decisero di dotarsi di strumenti per impedire il ritorno della barbarie, le organizzazioni internazionali di pace e le Costituzioni. La nostra Costituzione, figlia della Resistenza, figlia di quegli eroi, i partigiani, che con il loro sangue riscattarono l’Italia: la Costituzione se applicata contiene tutti gli anticorpi contro questo ritorno. Stringiamoci allora attorno alla Costituzione – conclude Coccoli – facciamoci trovare pronti, uniti affinché ancora una volta il Bene trionfi sul Male”.
Prima della cerimonia nella sala del Consiglio, l’Anpi ha reso omaggio al Luciana Pacifici, la più piccola deportata ebrea della provincia di Lucca, figlia di Viareggini. A lei ora non a caso è dedicata la passerella sul molo, sul porto di Viareggio, quasi a collegare mondi: ad essere ponte.
All’esterno della sala del Consiglio, al primo piano del palazzo comunale, è stata allestita in questi giorni una mostra di fotografie di Renzo Belli, reportage sui Viaggi della Memoria nei campi di sterminio.
Una iniziativa quella di Viareggio che non è stata esente dalle critiche. I consiglieri comunali della Lega Maria Domenica Pacchini, Alfredo Trinchese e Massimiliano Baldini sono passati subito all’attacco: “L’amministrazione Del Ghingaro, questa mattina in Consiglio comunale, ha trasformato un momento istituzionale, di riflessione comune in ordine ad una pagina buia e drammatica della storia italiana, in una occasione di attacco politico vergognoso e di parte al Governo in carica ed alle politiche di contrasto all’immigrazione clandestina ed illegale, fortemente volute dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Condanniamo duramente le parole espresse questa mattina dal vice-sindaco Valter Alberici e dal rappresentante di Anpi che non hanno perso occasione di utilizzare e trasformare un momento istituzionale patrimonio di tutti in una sorta di comizio elettorale contro la Lega ed il Governo. Un comportamento ed un atteggiamento irresponsabile, vergognoso ed inaccettabile”.