Baccelli: “Falascaia, fu la Provincia a chiudere l’inceneritore”

8 marzo 2019 | 14:36
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Baccelli: “Falascaia, fu la Provincia a chiudere l’inceneritore”

“Riconosco il lavoro dei comitati ma l’inceneritore di Falascaia fu chiuso dalla Provincia”. Lo dice l’ex presidente, oggi consigliere regionale del Pd e presidente edlla commissione ambiente Stefano Baccelli riferendosi al dibattito apertosi negli ultimi giorni.

“Una polemica che reputo fuori luogo – sottolinea Baccelli – ma che alla fine mi dà modo di ripercorrere la vicenda dell’impianto di Falascaia fornendo elementi incontrovertibili. Perché tra i miei tanti difetti non vi è proprio quello di attribuirmi meriti altrui, e se è innegabile il grande lavoro svolto dai comitati ambientalisti della Versilia, così come dai comuni coinvolti, innegabili sono anche gli atti e i fatti che hanno portato alla chiusura dell’inceneritore e chi li ha voluti con forza assumendosi responsabilità amministrative e personali pesanti. L’inceneritore fu progettato, realizzato ed entrò in esercizio, molti anni prima che ricoprissi ruoli istituzionali, l’ho ‘ereditato’ da presidente della Provincia nel 2006 con un contratto di utilizzo che era un vero cappio al collo per i 6 comuni coinvolti e per i cittadini contribuenti. A fronte infatti di un’amministrazione provinciale che metteva risorse proprie per far crescere i livelli di differenziata, il contratto Daviddi costringeva i comuni, con la formula ‘vuoto per pieno’, non solo a conferire solo rifiuti indifferenziati, ma anche a pagare per i rifiuti non prodotti e quindi non conferiti. E nonostante i sequestri penali, prima per il superamento dei limiti di emissione e per le manomissioni del sistema di monitoraggio, poi per lo scarico abusivo nel torrente Baccatoio, era una missione quasi impossibile trovare un modo amministrativamente legittimo per chiuderlo. Solo chi semplifica strumentalmente vicende complesse può affermarlo. Ed in effetti questa difficile esperienza amministrativa mi ha indotto ad inserire nella nuova legge sulla geotermia la possibilità, da parte di una pubblica amministrazione, della revoca della concessione in caso di gravi inadempienze del concessionario. Nel 2011, invece, un analogo strumento non c’era e disponemmo l’annullamento in via di autotutela dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto, sulla scorta di una relazione tecnica della Procura della Repubblica. Alla domanda, quindi, ‘chi ha chiuso l’inceneritore?’ posso rispondere facilmente: fu al sottoscritto, assieme al dirigente del Servizio Ambiente della Provincia, non ad altri, né associazioni, né amministratori, che Tev chiese un risarcimento di oltre 6,2 milioni di euro per la revoca della concessione. Numeri e atti che parlano chiaro. E ciò nonostante il mio impegno non è finito. Dopo averlo chiuso, da presidente della Provincia mi sono attivato per la messa in sicurezza dell’ex inceneritore, innanzitutto con le procedure di escussione della polizza fideiussoria rilasciata al gestore responsabile, che permettevano al comune di Pietrasanta di far svolgere a Ersu gli interventi. Ora il mio obiettivo è lavorare per un suo definitivo smantellamento: per questo ho depositato la mozione, concordata con le altre forze politiche, che ho annunciato giorni fa, in occasione della visita della commissione consiliare d’inchiesta su discariche sotto sequestro e ciclo dei rifiuti in Toscana. Contribuire con le adeguate risorse finanziarie al progetto presentato dal Consorzio Ambiente Versilia finalizzato alla demolizione dell’ex inceneritore e alla riqualificazione dell’area, questo l’impegno che sollecitiamo alla Giunta regionale. Un supporto concreto ai comuni coinvolti nel progetto. Da parte mia, sarò contento semmai vedrò al posto di questo ex inceneritore un bel prato verde”.