Versilia piange Elio Del Corto, reduce della campagna di Russia

13 marzo 2019 | 14:43
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Versilia piange Elio Del Corto, reduce della campagna di Russia
Versilia piange Elio Del Corto, reduce della campagna di Russia
Versilia piange Elio Del Corto, reduce della campagna di Russia

È morto Elio Del Corto, classe 1922, reduce dalla campagna di Russia una vita passata in agricoltura a Pian di Conca nell’azienda agricola adesso gestita dal figlio Marco.

Del Corto dopo la Russia fu anche deportato in Germania, un periodo storico tragico ed una pagina drammatica della sua vita che spesso ha raccontato anche in pubblico ai più giovani: “La confederazione italiana agricoltori si stringe intorno alla famiglia – commenta il responsabile Cia Versilia Confederazione italiana agricoltori Massimo Gay – Del Corto è stato un esempio con la sua vita e con il suo lavoro anche per le nuove generazioni di agricoltori e di cittadini”. 
Nato a Capezzano nel 1922 ma la sua terra, la sua casa, la sua famiglia insomma la sua vita l’ha passata tutta a Piano di Conca. Iscritto all’Anpi con la tessera ad honorem, medaglia della Resistenza rilasciata dal ministero della difesa.
Durante la seconda guerra mondiale era un alpino della divisione Cuneense, prese parte alla campagna di Russia nel 1943 fu un punto nero nella neve che camminava per non morire durante la ritirata, dal Don fino a Gomel in Polonia. Dalle sue memorie che l’Anpi di Massarosa ha raccolto nel 2016: “La disfatta fu totale, ci avevano mandato là sapendo fin dall’inizio che non saremmo tornati. I tedeschi ce l’avevano con noi italiani e ci pestavano le mani con il calcio del fucile quando tentavamo di montare sui loro camion”.
La mattina del 9 settembre del 1943, nelle primissime ore dopo l’armistizio, fu fatto prigioniero dai tedeschi a Ora in provincia di Bolzano e portato in Germania a Meppen. era un Imi, Internato Militare Italiano, non un prigioniero militare come aveva deciso Mussolini in comune accordo con Hitler in quanto per convenzione non avrebbero potuto lavorare in un paese ormai nemico.
Ad Elio come a tutti gli altri Imi i nazisti chiesero più volte di aderire alla repubblica di Salò, sarebbero tornati in Italia a combattere a fianco dei tedeschi, contro gli americani ma di fatto anche contro gli italiani. Poi Norimberga a riparare la ferrovia, poi nei boschi a tagliare alberi, poi altre tre destinazioni, fabbriche, miniere. Indicibili sofferenze nei vari campi di concentramento compagni che morivano dalle botte ricevute, di malattia o di fame e stenti. Elio non firmò mai, non aderì alla Repubblica di Salò su invito del Duce e dei nazisti che con le loro scelte si stavano prendendo la sua gioventù ma non i suoi principi di uguaglianza e libertà nei quali aveva sempre creduto.
Sempre di fronte la foto di Hitler, doveva sapere chi era che comandava lì. Finalmente la fine della guerra. Elio torna a casa a Capezzano con mezzi di fortuna e a piedi nel luglio del 1945, in Versilia la guerra era finita nel settembre del 1944. Elio tornò 11 mesi dopo nel suo frutteto “quando le pere cosce erano mature”.
“Elio Del Corto – dice la presidente Anpi, Gabriella Paolini – si è impegnato molto per molti anni nella nostra associazione, ha raccontato continuando a testimoniare un profondo rispetto per la democrazia, l’uguaglianza fra gli esseri umani, la pace e l’antifascismo. E’ venuto con noi nelle scuole affascinando gli studenti con la sua semplicità, la battuta facile, circa venti giorni fa era con le classi quarte del liceo Barsanti e Matteucci di Viareggio come testimone invitando i giovani a vivere una “cittadinanza attiva” nella nostra società senza mai perdere la speranza sempre nella ricerca e nell’attuazione dei principi della nostra Costituzione. Elio resistette per tre lunghi anni, che gli segnarono per sempre la vita, ma non tradì mai i suoi principi per un mondo più giusto, quello in cui lui voleva continuare a vivere”.
Le esequie per un ultimo saluto ci saranno venerdi (15 marzo) alle 10 nella chiesa di Piano di Conca.