Strage di Viareggio, Ferrara (M5S): “Si revochi cavalierato a Moretti”

25 giugno 2019 | 16:57
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Strage di Viareggio, Ferrara (M5S): “Si revochi cavalierato a Moretti”

La sentenza della corte di appello di Firenze sulla strage di Viareggio, arrivata lo scorso giovedì (20 giugno) approda in aula al Senato. A prendere la parola anche Gianluca Ferrara del M5S, che ricostruisce la vicenda, anche giudiziaria, e chiede la revoca del titolo di ‘cavaliere del lavoro’ col quale Mauro Moretti è stato insignito nel 2010: “Io abito a Viareggio, e il 29 giugno di 10 anni fa ero a letto con mio figlio che aveva 3 mesi, quando sentii prima un tonfo e poi un’esplosione che fece tremare la casa. Il boato proveniva dalla stazione, dove mi precipitai”, ricorda il senatore.

“Rimasi sorpreso da tutti i vetri bucati come se fosse stata una mitragliatrice – prosegue Ferrara – infatti il vagone deragliando sparò le pietre dai binari colpendo la stazione. Poi raggiunsi l’ultimo vagone, il quattordicesimo anch’esso in fiamme. La tragedia avvenuta quella notte si sarebbe potuta trasformare in un’apocalisse ancor più devastante per Viareggio: se il calore sprigionato dalla cisterna squarciata avesse, per via del vento, interessato le cisterne adiacenti, il Gpl contenuto sarebbe andato in ebollizione e le cisterne sarebbero esplose generando uno tsunami di fuoco che sarebbe avanzato per mille metri. Le vittime sarebbero state migliaia”. E ancora: “Se volete capire cosa è successo quella tragica notte a Viareggio consiglio vivamente di vedere la rappresentazione teatrale di Ilaria Lonigro e Davide Moretti 32 A beautiful thing: 32 è il numero delle vittime, purtroppo anche bambini molto piccoli. Quella di Viareggio – continua – fu giustamente definita una strage. Mauro Moretti, allora Ad di Fs e Rfi, invece disse che fu uno ‘spiacevole episodio’. Presidente, colleghe e colleghi – ha incalzato Ferrara – pensate come possa aver accolto questa dichiarazione un genitore, un figlio o un fratello di una vittima. L’accertamento delle responsabilità da parte della magistratura però, non ha seguito la pista dell’episodio ma quella della strage e il lavoro degli inquirenti ha condannato tra gli altri Moretti a 7 anni di carcere e proprio la settimana scorsa la corte di appello di Firenze lo ha condannato sia per le sue responsabilità al vertice di Rfi che a quello di Fs. Ce n’è abbastanza per revocargli il cavalierato che il 31 maggio 2010, a nemmeno un anno dalla strage di Viareggio, Mauro Moretti, già indagato, venne insignito di tale onorificenza dal Presidente della Repubblica”. “In questi tristi 10 anni – va avanti il senatore del M5S – abbiamo avuto una politica complice e compiacente con i poteri economici di questo paese. Oggi ne abbiamo un’altra che sta con i cittadini. Se allora il governo italiano si è voltato dall’altra parte, lasciando soli i familiari delle vittime, oggi mi sento di ricordare che grazie al ministro delle giustizia Bonafede abbiamo una ‘legge Viareggio’ contro la prescrizione e grazie al ministro Toninelli, che il 10 maggio scorso ha incontrato l’associazione dei familiari delle vittime, si sta lavorando per la sicurezza ferroviaria. Noi, Stato, dobbiamo stare con le vittime, dobbiamo lavorare per prevenire gli incidenti, dobbiamo punire i colpevoli, non premiarli. In questo modo non avremo fatto nulla di speciale, ma semplicemente il nostro dovere. Per questo chiedo la revoca del cavalierato al signor Moretti, contando sul sostegno di tutte le forze politiche”.
Sulla sentenza di Firenze si esprime anche il sindacato Orsa Ferrovie, pronta a ribadire i difetti di manutenzione che hanno concorso alla strage: “Quanto ribadito anche dalla corte di appello di Firenze è la conferma di un sistema di manutenzione più che difettoso. Tale problema, purtroppo, sembra destinato ad essere riproposto nel prossimo processo del deragliamento del treno viaggiatori nella stazione di Pioltello, avvenuto il 25 gennaio 2018”. “Fin dalle primissime ore successive all’incidente, l’Orsa aveva rifiutato l’ipotesi della ‘sfortunata coincidenza di eventi’ e con grande senso di civiltà si è attivata, in maniera instancabile e competente, per la ricerca della verità”, ricorda con una nota il sindacato. “Orsa – continua – è stato fin dall’inizio uno degli interlocutori principali della Procura di Lucca, con l’obiettivo, oggi possiamo affermare raggiunto, di spiegare la storia circa i criteri di sicurezza su rotaia in Italia, l’evoluzione normativa dei sistemi di sicurezza, le modalità operative e le tante superficialità, omissioni e violazioni di legge che hanno portato al disastro ferroviario di Viareggo”. Gli esiti ”dell’indagine” compiuta da questo sindacato, attraverso una consistente mole di documenti, raccolti e prodotti formalmente al procuratore capo di Lucca fin dall’autunno del 2009, sono stati successivamente recepiti nel processo di primo grado, nel quale assistito dall’avvocato Salvatore Cordaro del Foro di Palermo, ha chiesto e ottenuto di essere riconosciuta parte civile per affiancare e sostenere le famiglie delle vittime, per tutelare i ferrovieri e la collettività, per contribuire nella ricerca della verità inerente il trasporto ferroviario delle merci pericolose in sicurezza”. “Alla luce dei fatti accertati e delle inadeguatezze che ancora oggi palesa il sistema della manutenzione ferroviaria nazionale a mezzi e infrastrutture e considerato che la normativa Ue ha introdotto nei Paesi membri strutture istituzionali di vigilanza del sistema, auspichiamo una adeguata interpretazione ed una concreta attuazione delle regole che disciplinano l’attività ispettiva e di prevenzione, a tutela della collettività. Il pensiero – conclude l’Orsa – va a tutte le persone, vittime, loro famigliari, feriti e cittadini, che hanno dovuto ascoltare e sopportare di tutto in questi lunghi 10 anni, temendo che l’ingiustizia della prescrizione dei reati cancellasse tante responsabilità che, ancor di più dopo la sentenza di appello, sono emerse in maniera piena e inconfutabile”.